Scoperta rete cablata usata dal boss Michele Zagaria per i suoi ordini

Il boss dei Casalesi, Michele Zagaria, aveva fatto cablare l'intero territorio di Casapesenna con un sistema di speciali citofoni. Attraverso questo sistema il boss impartiva ordini ai suoi uomini durante i 17 anni di latitanza

Scoperta rete cablata usata dal boss Michele Zagaria per i suoi ordini

Durante una perquisizione avvenuta ieri in numerose case di Casapesenna, comune del casertano e paese d’origine del boss Michele Zagaria arrestato nel 2011, la polizia ha scoperto un sistema di citofoni che permetteva al boss di comunicare con i suoi uomini. Il boss aveva fatto cablare l’intero paese con fili interrati per centinaia di metri, che gli permettevano di comunicare con i suoi uomini dal suo bunker, senza spostarsi e continuando a dettare ordini. La voce di Zagaria non era mai stata captata durante le intercettazioni e a prevalere erano le voci dei fiancheggiatori.

Le squadre mobili delle Questure di Caserta e Napoli, coordinate dalla Dda partenopea e dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e i pm Catello Maresca e Marco Del Gaudio hanno smantellato la fitta rete di fili che era stata installata nelle abitazioni di familiari e uomini del boss, portando alla luce un sistema interrato nelle strade del comune di Casapesenna dotato di rilevatori di tensione capaci di segnalare accessi abusivi, di un alimentatore autonomo che funzionava anche in caso di mancata energia, e di un dispositivo che potenziava il segnale anche a distanze maggiori.

Gli inquirenti hanno spiegato che nel caso si fosse verificato il calo della tensione i camorristi avrebbero capito che qualcuno si era inserito sulla linea per intercettare le comunicazioni. Le indagini sono ancora in corso per verificare se il sistema era allacciato all’illuminazione pubblica. Il boss aveva fatto installare questo sistema perché lo riteneva più affidabile dei pizzini. 

Anche nel suo covo di via Mascagni furono trovate tracce di questo sistema, che aveva tenuto in contatto il bosso con i suoi fiancheggiatori durante i 17 anni di latitanza. La polizia ha scoperto finora cinque punti di ascolto, rinvenuti nei covi utilizzati da Zagaria e anche in case di alcune persone ritenute insospettabili. La polizia va avanti con le indagini nel tentativo di rintracciare coloro che hanno messo in piedi tutta l’opera di cablaggio, ovviamente fatta a vista: sembra strano che nessuno si sia accorto di quanto stava avvenendo, poiché i fili interessano quasi tutto il territorio di Casapesenna, segno evidente che qualcuno ha coperto il boss durante i lavori. Le indagini sono dirette anche da magistrati e forze dell’ordine.

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