L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, già dal 1993, ha classificato l’aflatossina di tipo B1 nel così detto “gruppo1“, cioè come “agente cancerogeno per l’uomo“. Questa tossina la troviamo spesso nel mais italiano che molti allevatori, non curanti del pericolo, danno da mangiare alle proprie mucche.
Questo mais contaminato, una volta digerito, diventa del tipo ‘M1’ e finisce direttamente nel latte che, in seguito, viene usato dall’industria casearia. La legge parla chiaro e queste partite di mais, come il latte, dovrebbero essere distrutte. Alcuni allevatori senza scrupoli, motivati dal fatto che altri tipi di mais costano troppo, continuano imperterriti ad attentare alla nostra salute utilizzando quel particolare mais.
Le nostre forze dell’ordine, però, sono sempre molto attente su queste particolari truffe e, su disposizione del sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, negli ultimi sei mesi i Nas hanno ispezionato minuziosamente molti allevamenti e caseifici, soprattutto della provincia di Brescia. L’indagine, però, si è snodata anche tra le province di Bergamo, Mantova e Cremona.
E’ risultato che molti allevatori quel latte contaminato, invece di buttarlo, lo hanno diluito a tal punto che i livelli di tossina sembrassero accettabili e potessero così farla franca in eventuali controlli. A volte i caseifici sono risultati ignari di ciò, altre volte invece erano complici degli allevatori, fatto sta che il latte contaminato è stato usato in prevalenza per fare forme di provolone e Grana.
Nel registro degli indagati sono stati iscritte una trentina di persone, tutti allevatori e titolari di piccoli stabilimenti caseari. Le accuse di questa maxi-inchiesta sono di ‘adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari’, L’inchiesta è divisa in due grossi filoni, quello penale e quello sanitario; i valori medi accettati per legge di questa tossina nel latte sono di 50 nanogrammi per litro ma in alcuni casi sono state rinvenute percentuali elevatissime di aflatossine, quasi 160 volte superiori.
Le perquisizioni dei Nas sono tutt’ora in corso e sembra proprio che sia stata smascherata una grossa rete di traffico e distribuzione di questo latte carico di aflatossine, estremamente tossiche e dnnose per l’uomo.