Scoperta archeologica a Pompei da parte degli archeologi

Durante i lavori di scavo sono stati rinvenuti in un vano i due scheletri di un uomo e una donna risalenti al 79 d.C. l'anno di eruzione del Vesuvio, si erano rinchiusi per proteggersi.

Scoperta archeologica a Pompei da parte degli archeologi

A volte esistono scoperte archeologiche sensazionali che coinvolgono l’arco e il tempo di secoli che hanno fatto parte della nostra storia millenaria, è questo il caso di ciò che è accaduto nel parco archeologico di Pompei, in uno scavo infatti è stato rinvenuto con la collaborazione di archeologi, vulcanologi e antropologi, lo scheletro di un uomo e una donna risalenti al 79 d.C. anno in cui ci fu l’eruzione del Vesuvio che sommerse la città.

Nel parco archeologico c’è fermento, infatti gli scheletri sono perfettamente integri con cranio, denti e corpo intatti, mentre dormivano chinati verso l’esterno, rimasti invariati nel tempo adagiati all’interno di un vano in quella che fu una camera da letto all’interno di una abitazione, rifugiatosi lì per sfuggire alla pioggia di polvere, cenere e lapilli che inondarono la casa.

Accanto alla donna sono stati trovati dei monili, oro e gioielli e monete con raffigurato l’imperatore Tito, risalenti all’epoca, le due persone sono state sfortunate perchè purtroppo decedute a causa delle nubi ardenti della colata piroclastica un flusso di materiale magmatico e gas ad alte temperature che scende dai fianchi di un vulcano grigio ad alta velocità, da 500 a 900 gradi centigradi.

Alla fase gassosa di origine vulcanica si aggiunge una quantità di gas atmosferico, derivante dall’interazione del flusso piroclastico con l’ambiente esterno. Rimasti intrappolati nel vano con l’infisso chiuso e rimasti bloccati dalle rocce magmatiche che bloccavano l’abitacolo, non sono potuti uscire e liberarsi.

All’interno sono stati rinvenuti diversi arredi, candelabri in bronzo, Il progetto di scavo si inserisce all’interno di un approccio più ampio, sviluppato negli ultimi anni per migliorare la tutela e l’assetto idrogeologico dei fronti di scavo. Il direttore del parco archeologico rimasto affascinato ritiene che i dati rinvenuti sulle due vittime permette una analisi completa sulla vita vissuta dalle antiche gens pompeiane, e sulla loro unicità. 

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