Nel cuore dell’estate del 2005, un ragazzo di 19 anni scompare tra le colline umbre lasciando dietro di sé una scia di silenzio, interrogativi e speranza. Si chiamava Fabrizio Catalano, era originario di Collegno, studente di musicoterapia ad Assisi, e da quel 21 luglio nessuno ha più avuto sue notizie.
A distanza di vent’anni, la sua assenza è diventata il motore di una battaglia civile condotta con amore e determinazione dai suoi genitori, Caterina ed Ezio, che non hanno mai smesso di cercarlo. Fabrizio era un ragazzo profondo, riflessivo, molto legato alla fede e impegnato nel volontariato sociale. Viveva la musica non solo come passione ma come vocazione, tanto da iscriversi al secondo anno di musicoterapia.
Il giorno della sua scomparsa non si presentò alle lezioni: nella sua stanza furono ritrovati gli occhiali e il cellulare, oggetti di cui non si separava mai, a causa della forte miopia. Tre giorni dopo, lungo un sentiero francescano verso Gubbio, vennero trovati i suoi documenti in una sacca bianca. Sette mesi dopo, poco lontano, fu rinvenuta la custodia della sua chitarra, compagna inseparabile di vita e cammino.
“Ho trovato la strada con l’aiuto del buon Signore”. È questa la frase, pronunciata al telefono da Fabrizio a un’amica il 19 luglio, che ha segnato profondamente le successive ricerche. La madre Caterina ha sempre ritenuto che il figlio possa aver imboccato un percorso mistico, una scelta di fede radicale in un contesto, quello umbro, fortemente impregnato di spiritualità francescana. Nella convinzione che Fabrizio possa essersi ritirato in un istituto religioso, Caterina ha scritto circa 300 lettere a conventi e comunità religiose, ricevendo appena tre risposte.
Intanto, la famiglia non ha mai smesso di denunciare le gravi lacune nelle prime fasi delle indagini, che avrebbero potuto compromettere la possibilità di ritrovarlo. In questi vent’anni, i genitori di Fabrizio hanno trasformato il loro dolore in una missione. Oggi in Italia ci sono oltre 96.000 persone scomparse, e Caterina ed Ezio sono diventati simbolo e voce di questa emergenza silenziosa. Attraverso libri, incontri, testimonianze e la fondazione dell’associazione “Cercando Fabrizio e…”, hanno dato vita a una nuova consapevolezza collettiva. Dal 2015, ogni anno prende vita il Premio Letterario Nazionale “Cercando Fabrizio e…”, che unisce parole, arte e memoria in una celebrazione della speranza. Racconti, poesie e disegni provenienti da ogni parte d’Italia contribuiscono a tenere viva la figura di Fabrizio e quella di tanti altri scomparsi. Un concorso che trasforma l’assenza in presenza simbolica e comunitaria, coinvolgendo giovani, adulti e scuole in un abbraccio collettivo.