Scomparsa Sara Pedri: 70 ostetriche chiedono di essere ascoltate dal direttore sanitario

Di Sara Pedri, la ginecologa 32enne scomparsa il 4 marzo da Cles, nessuna traccia. Intanto 70 ostetriche hanno chiesto di essere ascoltate dal direttore sanitario sul caso di Sara o su casi simili in reparto.

Scomparsa Sara Pedri: 70 ostetriche chiedono di essere ascoltate dal direttore sanitario

Di Sara Pedri, solare e bravissima ginecologa 32enne scomparsa da Cles il 4 marzo scorso, nessuna traccia. Mentre la sorella Emanuela è in attesa della magistratura, degli esiti dell’inchiesta interna all’azienda sanitaria in cui Sara lavorava e dell’esito delle ricerche, c’è una svolta sul caso. 

70 ostetriche, tramite una lettera, hanno chiesto di essere ascoltate dal direttore sanitario tutte indistintamente, con colloqui individuali per parlare di Sara o di casi simili in reparto, quindi non a chiamata, come si era pensato inizialmente, per garantire maggiore sicurezza a coloro che  hanno scelto di esporsi, unendosi ai familiari della giovane scomparsa.

La scomparsa di Sara ha acceso polemiche

La scomparsa della Pedri ha generato una serie di azioni e di richieste, nel tentativo di far luce su un reparto, quello di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, che da diversi anni vede un elevato turn over di professionisti. Se da un lato l’assessora provinciale Segnana ha risposto, con un ritardo di 2 anni, al consigliere De Gasperi, indicando come motivazione il fatto che molti scelgano il Santa Chiara per formarsi, per poi rientrare nella regione d’origine, questa tardiva risposta non sembra convincere quanti, in ambito politico e sanitario, puntano il dito contro una gestione che induce i professionisti, anche trentini, alla fuga.

Le indagini sul Santa Chiara

Mentre è in corso l’inchiesta interna sul Santa Chiara, sappiamo benissimo che Sara aveva lamentato più volte un forte disagio sul posto di lavoro per via di comportamenti al limite del mobbing e aveva più volte espresso il desiderio di cambiare struttura ospedaliera. Per Sara si è mossa Roberta Venturella, insegnante che aveva seguito la giovane presso l’Università di Catanzaro, dove si era specializzata, tramite una lunga lettera al Ministro della Salute Speranza, chiedendo l’istituzione di una commissione esterna all’azienda sanitaria in quanto, in caso di inadempienze, sarebbe facile pensare che questa non voglia a autoincriminarsi. 

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