Nei primi giorni di Dicembre, all’Ospedale di Lecce nascono due bebè. Nessuna complicazione e dopo i canonici tre giorni di osservazione, vengono dimessi.
I genitori della bambina arrivano a casa felici, la mamma la allatta e subito la piccola si addormenta nella sua culla. Dopo qualche ora comincia a piangere: è ora di cambiare il pannolino; ma, quando i genitori si accingono all’ingrato compito, ecco la sorpresa, o, peggio, lo shock: non è una bambina è un maschietto!!!
Subito la telefonata al reparto di Ostetricia e Ginecologia e la corsa di nuovo verso l’ospedale dove per fortuna era ancora presente la mamma del bimbo con la loro bambina.
Le infermiere del nido si sono giustificate dicendo che i due bimbi si somigliavano parecchio, ma come è possibile scambiare un maschio per una femmina? Per non parlare del braccialetto di riconoscimento… Sembra di rivivere il film di Ficarra e Picone “Il sette e l’otto”, se non che i due genitori non hanno avuto alcun desiderio di ridere e, anzi hanno citato l’azienda sanitaria e chiesto un danno di 50.000 Euro per il trauma subito che, afferma il loro legale, ha provocato nella mamma il blocco della montata lattea e nel padre un forte choc.
«L’errore è sempre in agguato, una doppia distrazione, un momento di confusione e accade quello che è accaduto a Galatina. Un evento mai successo prima. Ci siamo scusati con i genitori, stiamo esaminando dove ci siamo impigliati e porremo rimedio». Ha commentato il direttore generale della Asl di Lecce, Valdo Mellone che ha aggiunto: «Non siamo riusciti ad individuare – racconta il dottor Mellone – qual è il momento che ha fatto saltare le procedure. Tutti e due i neonati, la femminuccia e il maschietto, secondo quanto abbiamo potuto appurare, avevano i braccialetti esatti: la femminuccia il suo nome e il maschietto il suo nome. Comunque stiamo verificando tutti i passaggi proprio per fare in modo che una cosa come questa non accada mai più. Ci dispiace enormemente».