Sbagliano anestesia e rischia di perdere un polmone: gridava aiuto invano

Ennesimo caso di malasanità, per fortuna stavolta senza gravi conseguenze per la moglie del famoso cantante Raf, che operata per un problema alla spalla ha rischiato di perdere un polmone

Sbagliano anestesia e rischia di perdere un polmone: gridava aiuto invano

Tutto parte da un intervento apparentemente banale, da potersi effettuare con anestesia locale. Nulla faceva pensare che Gabriella Labate, meglio nota come la moglie del cantante Raf, avrebbe rischiato di perdere un polmone o addirittura la vita.

La Labate ha deciso di rendere pubblica la drammatica esperienza che l’ha vista protagonista al fine di sensibilizzare i medici e tutti gli operatori che hanno un ruolo fondamentale nella gestione e cura del paziente, ruolo che forse più di ogni altro dovrebbe essere di aiuto e conforto ed essere vicino alle esigenze del malato, e decide di raccontare alle telecamere della trasmissione “Domenica Live” l’incubo che ha dovuto passare.

La showgirl entra in una clinica – di cui ha deciso di non fare il nome –  per un intervento alla spalla, e subito dice di non volere l’anestesia se non nel caso fosse stata assolutamente necessaria. Per contro l’anestesista, assolutamente incurante dei desideri della paziente, ha proceduto ha infilarle l’ago nel petto. Immediatamente il dolore è stato acuto, una specie di scossa elettrica nel petto che l’ha messa in allarme e ha cercato aiuto negli addetti ai lavori che, per contro l’hanno schernita e snobbata, accusandola di avere attacchi di panico.

Di fronte alle ripetute richieste di aiuto, che sono puntualmente cadute nel vuoto, la Labate si è ritrovata addirittura a gridare il nome del chirurgo sperando che qualcuno venisse in suo soccorso. Ogni richiesta non solo è stata disattesa ma ha ottenuto l’effetto contrario, raccapriccianti le parole “Sedala, altrimenti questa rompe i c…i per tutto l’intervento”.

Da qui l’inizio dell’incubo, le ultime parole prima di perdere i sensi sono state quelle di un infermiere che rivolgendosi all’anestesista dice: “Non è che abbiamo fatto qualcosa di male noi, perché la signora urla così tanto?”

La Labate ricorda vagamente dei momenti di lucidità in cui si risvegliava durante l’intervento credendo che le avessero chiuso la bocca con un lenzuolo perché non riusciva a respirare, mai potendo immaginare che in realtà non c’era nessun lenzuolo ma erano le sue funzioni respiratorie ad essere state compromesse.

Una volta dimessa continua a stare male e confida la sua paura di morire ad un amico di famiglia che la convince a farsi ricoverare, si scoprirà così che quell’ago le aveva bucato un polmone e verrà operata d’urgenza. La Labate conclude la sua intervista rivolgendosi all’anestesista: “Si metta una mano sulla coscienza perché si ricordi dove l’ha persa, perché chiedere perdono fa bene a se stessi”.

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