L’ultima moda che ha da tempo conquistato un po’ tutti? Quella del selfie, ovviamente. Una vera e propria mania, quella dell’autoscatto, che ormai imperversa tra vip e non vip, giovani e meno giovani. E allora ecco che anche il paese si adegua, istituendo delle vere e proprie “selfie areas“. Ad avere questa bizzarra idea è stato Alessio Cavarra, sindaco del comune spezzino di Sarzana.
Il paese ligure diventa così il primo in Italia – e in tutta Europa – ad essere attrezzato con aree dedicate esclusivamente agli amanti del selfie. Ad aiutare il sindaco Cavarra, il massmediologo italo-svizzero Klaus Davi che si è preoccupato che la notizia diventasse virale nel giro di pochissimo tempo. Sono ben quattro le “aree selfie” spuntate a Sarzana, nei luoghi più belli e significativi della città: piazza Matteotti, piazza Garibaldi, Fortezza Firmafede e piazza Calandrini.
Com’era prevedibile, le reazioni dei sarzanesi non si sono fatte attendere molto sui vari social network, facendo capire che in paese non tutti sono entusiasti di questa nuova trovata del consiglio comunale. Molte, infatti, le critiche, comparse in primis sul profilo facebook del sindaco social: “Dietro al cinema Moderno ci sono ancora siringhe ed escrementi umani sparsi ovunque. Mettetela anche lì la selfie area” – scrive qualcuno -, mentre qualcun’altro dice di vergognarsi di essere un cittadino di Sarzana.
Il sindaco Cavarra e il suo gruppo non si sono però limitati a questo. Verrà infatti creato anche un gruppo di “esperti” il cui compito sarà quello di visionare e valutare i selfie condivisi e premiare poi quelli “più belli e rappresentativi“. Chi sarà convocato a far parte della giuria? Ovviamente il primo cittadino di Sarzana e Davi, il sottosegretario Cosimo Maria Ferri e, attenzione attenzione, Vittorio Sgarbi. A chi sparla dell’iniziativa – ovvero la maggior parte dei cittadini del comune spezzino -, Klaus Davi risponde: “Ben vengano le critiche, ci fanno pubblicità“. Insomma, ancora una volta vale il principio del “bene o male, l’importante è che se ne parli”.