Il caso di Michele Annunziata, il 14enne di Sarno che ha perso la vita il 26 febbraio 2024, continua a scuotere la comunità locale. Il giovane ragazzo aveva contratto un’infezione a un rene che, non adeguatamente trattata, si è aggravata fino a causare gravi danni, culminando in una setticemia che ha compromesso la sua salute in maniera irreversibile.
Nonostante gli interventi ospedalieri, la sua condizione non è migliorata, e il ragazzo è stato più volte visitato senza ricevere il trattamento adeguato. A un anno di distanza, la Procura di Nocera Inferiore ha avviato un’indagine che ha portato all’accusa di otto medici dell’ospedale Villa Malta di Sarno, accusati di omicidio colposo a causa della loro negligenza nel trattamento del giovane.
La vicenda ha avuto inizio a inizio febbraio 2024, quando Michele si è recato al pronto soccorso del Villa Malta per problemi renali. Ricoverato inizialmente per sei giorni, è stato dimesso senza un adeguato follow-up delle sue condizioni. Nonostante i sintomi persistenti e il peggioramento della sua salute, Michele è stato dimesso più volte. Il 22 febbraio, dopo una visita al pronto soccorso, è stato rimandato a casa dopo soli cinque ore, e il giorno successivo ha avuto nuovamente un malore, tornando di nuovo in ospedale.
Anche in questa occasione, i medici non hanno ritenuto necessario un approfondimento. Solo successivamente, i genitori hanno deciso di portarlo all’ospedale di Nocera Inferiore, dove, purtroppo, il ragazzo non ce l’ha fatta. La Procura ha inizialmente indagato 15 medici, tra cui quelli dell’ospedale di Nocera Inferiore e il medico di base, ma a chiusura delle indagini, il numero di indagati è stato ridotto a otto, tutti dell’ospedale Villa Malta di Sarno.
Tra di loro ci sono i due medici del pronto soccorso e alcuni sanitari del reparto di Medicina Generale. La Procura sostiene che questi professionisti non abbiano dato il giusto peso ai risultati delle ecografie e non abbiano proceduto con le analisi cliniche necessarie per identificare la gravità della situazione, tra cui l’espansione dell’infezione al cervello. Inoltre, nella cartella clinica di Michele non sono stati riportati segnali rilevanti, come le convulsioni, che avrebbero dovuto suggerire la diffusione dell’infezione.
Questa vicenda solleva preoccupazioni riguardo la gestione dei casi urgenti nei reparti ospedalieri e la necessità di un controllo più rigoroso delle condizioni dei pazienti, soprattutto quando si tratta di infezioni gravi e potenzialmente fatali. La famiglia di Michele, rappresentata dagli avvocati Sofia Pisani e Massimo Balzano, ha deciso di denunciare i medici, chiedendo giustizia per la perdita del giovane ragazzo.