Sardegna, padre e figlio uccisero 2 allevatori e gettarono corpi ai cinghiali: 20 anni a testa

Padre e figlio sono stati condannati a 20 anni di carcere per ciascuno per aver duplice omicidio volontario. I due uccisero due fratelli, gettando i corpi ai cinghiali.

Sardegna, padre e figlio uccisero 2 allevatori e gettarono corpi ai cinghiali: 20 anni a testa

Joselito e Michael Marras, padre e figlio di 53 e 28 anni, residenti a Dolianova, a Sud Sardegna, sono stati condannati, dal giudice del Tribunale di Cagliari, Giorgio Altieri, a 20 anni di carcere ciascuno per duplice omicidio volontario

La condanna è arrivata al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. I due erano accusati di aver ucciso due allevatori calabresi, i fratelli Massimiliano e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, il 9 febbraio 2020 nelle campagne di Dolianova.

La sentenza

Il tribunale di Cagliari ha confermato integralmente la ricostruzione e la richiesta del pm Gaetano Porcu, ch aveva coordinato anche le indagini coordinate dai carabinieri dopo il duplice delitto. Dopo la sentenza, nel corridoio si sono sentite le urla di rabbia di Joselito che aveva reso piena confessione, scagionando il figlio dall’accusa di aver commesso il delitto assieme a lui. 

Inoltre il giudice ha condannato a 2 anni anche Stefano Mura, 43 anni, di Dolianova,accusato di favoreggiamento per un coltello ritrovato nei pressi del luogo del delitto.Dall’effettuazione delle indagini è emerso che i Marras avrebbero gettato i corpi dei due fratelli nella macchia mediterranea, in pasto ai cinghiali. Secondo il pm, il movente sarebbe da ricercare nelle liti continue per questioni di pascolo e nella tensione che, nel tempo, si era accumulata tra le due famiglie.

Quando la sentenza è stata emessa, si è avuta una grande soddisfazione, espressa dall’avvocato Piscitelli, assieme al legale Salvatore Sorbili e Antonello Spada, parte civile per i familiari delle due vittime, e dall’ associazione Penelope, che aveva aiutato nelle ricerche nel mese in cui i fratelli Mirabello risultavano scomparsi. 

L’avvocato Gianfranco Piscitelli, che assiste le sorelle dei due fratelli uccisi nel corso dell’udienza ha sottolineato che “le tesi difensive sono scontate perché in favore degli imputati, ma non corrispondenti alle risultanze processuali”. L’avvocato ha anche spiegato che Michael Marras, per una vecchia aggressione subita, sentendosi forte e protetto dalla presenza armata del padre, abbia rincorso Massimiliano e sfogato la sua ira, uccidendolo.

 

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