Santanchè indagata per truffa su cassa integrazione Covid

Durante l'emergenza Covid-19, dipendenti di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, formalmente in cassa integrazione a zero ore, avrebbero continuato a lavorare, permettendo alle società di ottenere aiuti pubblici per un totale di 126.468 euro.

Santanchè indagata per truffa su cassa integrazione Covid

La Procura di Milano ha notificato oggi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di Daniela Santanchè, già indagata per falso in bilancio e bancarotta, questa volta per l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps). L’inchiesta si concentra sulla gestione dei dipendenti delle società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria durante l’emergenza Covid-19, quando, pur essendo stati messi in cassa integrazione a zero ore e quindi formalmente non lavorativi, avrebbero continuato a svolgere le loro mansioni.

Le indagini sostengono che, grazie a questa manovra, siano state indebitamente percepite 20.117 ore di cassa integrazione, corrispondenti a un importo totale di 126.468 euro, per sette dipendenti di Visibila Editore e sei di Visibila Concessionaria. Questo stratagemma avrebbe permesso alle aziende di beneficiare degli aiuti statali destinati a sostenere le imprese colpite dalla crisi pandemica, senza tuttavia rispettarne i criteri di ammissibilità.

Oltre a Santanchè, che ricopriva il ruolo di amministratore delegato delle due società coinvolte, sono stati notificati dell’avviso anche Dimitri Kunz D’Asburgo, successore di Santanchè in Visibilia Editore, e Paolo Giuseppe Concordia, esterno collaboratore delle società con funzioni di gestione del personale. Le società stesse sono state indagate in base alla normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti.

L’accusa si fonda, tra l’altro, sulla denuncia di Federica Bottiglione, ex responsabile Investor Relations di Visibilia, e su una relazione della Guardia di Finanza, che evidenzia come l’adozione della cassa integrazione guadagni straordinari (Cigs) sarebbe stata pianificata anche con la complicità di Dimitri Kunz D’Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia. Dalle indagini emergerebbe una “consapevolezza” dello schema illecito adottato da parte dei diretti interessati.

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, Daniela Santanchè avrebbe deciso, nell’aprile 2020, di ricorrere alla cassa integrazione in deroga per mantenere inalterato l’organico dell’azienda, nonostante le difficoltà economiche dovute alla pandemia. Tuttavia, emerge da una causa avviata da Bottiglione, Visibilia Editore avrebbe compilato autocertificazioni Inps all’insaputa degli stessi dipendenti, consegnando loro le buste paga con notevole ritardo.

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