Sandro Ruotolo di Servizio Pubblico sotto scorta. Il boss dei casalesi Zagaria lo vuole morto

Dopo le minacce dal carcere del boss Zagaria ('O' vogl' squartat' viv''), Sandro Ruotolo viene messo sotto scorta dal prefetto di Roma, Franco Gabrielli

Sandro Ruotolo di Servizio Pubblico sotto scorta. Il boss dei casalesi Zagaria lo vuole morto

O vogl’ squartat’ viv’” (‘Lo voglio squartato vivo’). Questa la preoccupante minaccia lanciata da Capastorta, il ‘nome d’arte’ di Michele Zagaria, in questo momento considerato il numero uno del clan dei Casalesi. Obiettivo della minaccia? Sandro Ruotolo, giornalista di Servizio Pubblico e inviato di Michele Santoro da molti anni, nei diversi programmi che il giornalista salernitano ha condotto nel tempo.

Ebbene, da oggi Sandro Ruotolo è sotto scorta. La decisione è stata presa da Franco Gabrielli, il prefetto di Roma, in attesa di fare chiarezza sulla vicenda. Questa minaccia sarebbe arrivata direttamente dal carcere da Zagaria, attraverso le intercettazioni ambientali. Il motivo di tanto astio è il servizio di Ruotolo sulla Terra dei Fuochi, un reportage per la trasmissione di Santoro, andato in onda recentemente su La7.

In particolare, l’ira di Zagaria sarebbe derivata dall’intervista di Ruotolo allo storico collaboratore del boss dei Casalesi, Carmine Schiavone. All’affermazione di Ruotolo sul fatto che “ci sono tracce recenti di rapporti tra Zagaria, quando era latitante, e i servizi segreti, Schiavone avrebbe risposto: Non ti posso dire più niente. Lo saprai al momento opportuno. Solo che, nel frattempo, il pentito è morto, lo scorso febbraio per cause naturali, mentre era ricoverato in ospedale a Roma.

“Non conosco altri modi per fare il mio mestiere. Sono trent’anni che racconto così i fatti”, racconta il giornalista minacciato al Corriere del Mezzogiorno. “Per quanto riguarda questo reportage, in particolare, ho fatto solo un modesto lavoro di cronista. Come si può ridurre il rischio di essere minacciati da mafia e camorra? Esprimendo tutti sempre il nostro punto di vista raccontando la realtà: se siamo così, sempre con la schiena dritta, non possono venire a dichiarare guerra a tutti.

Un commento alla vicenda arriva anche da Rosaria Capacchione, senatrice PD e storica avversaria della camorra: “La camorra è più che mai attiva e vuole colpire le persone che denunciano la sua attività, un copione vecchio e che conosco. La scorta è una misura difensiva; in Campania, soprattutto nella Terra dei Fuochi, è forse ora di fare qualcosa di più contro Zagaria e gli altri clan“.

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