Questa, davvero nessuno è riuscita a capirla. L’articolo apparso sul sito de Il Foglio, firmato da Camillo Langone, non si capisce bene dove voglia andare a parare. Già dal titolo, volutamente provocatorio, si capisce che non si sta per leggere qualcosa di così scontato: “Ma Samantha non è un esempio da seguire“, riferendosi alla Cristoforetti, l’astronauta italiana che è diventata un vero e proprio simbolo dell’Italia che eccelle, dell’Italia che non si arrende e che insegue i suoi sogni. E per questo Renzi, abile comunicatore, ha saputo ergerla a simbolo della sua politica da rottamatore, sempre ottimista e proiettato verso un roseo futuro. Ma qui si aprirebbe un altro discorso, che non è oggetto di quest’articolo, il quale apre già abbastanza interrogativi per aumentare il carico.
Le tesi sostenute da Camillo Langone sono essenzialmente due, una più esilarante dell’altra. Innanzitutto, perché mai Samantha Cristoforetti dovrebbe essere un esempio da seguire, con quel nome che porta? Un nome ‘adespoto’, come lo definisce Langone, che deve buona parte della sua fortuna al telefilm “Bewitched” e che non ha santi in calendario, motivo per il quale, almeno così ci sembra di capire, non c’è modo di sentirsi legati a questa persona, o di poterla ergere ad esempio da seguire: altra cosa se si fosse chiamata Anna, Agata, o addirittura Maria! Seconda questione, più seria e per questo più assurda della prima: Samantha Cristoforetti non sarebbe un buon esempio da seguire perché, in un periodo di ‘declino demografico’, sta lontano dal marito: migliaia di chilometri, addirittura! Sembra davvero di essere tornati agli anni ’50, a sentir parlare il buon Langone: invece di badare al focolare, questa scellerata si permette di andare nello spazio?! Ma scherziamo?! Forse nessuno ha capito gli intenti ironici di Camillo Langone: se fossero state queste le reali intenzioni, allora ti chiediamo scusa. Ma se, come sembra, non c’era niente di ironico in queste parole, allora permettici di dire che speriamo ti possa risvegliare ed accorgerti che, già da qualche mese, siamo nell’anno 2015!