Matteo Salvini ha colto un’altra occasione per sciorinare francesismi quest’oggi, in occasione della contestazione popolare emersa durante il suo comizio livornese. Un nutrito gruppo di persone ha infatti dimostrato in maniera alquanto frizzante la propria avversione nei confronti del leader di Lega Nord, il cui comizio è stavolta andato in scena a Livorno, una città peraltro non esattamente favorevole alle ideologie nazionaliste e razziste incarnate da Salvini: contestazioni, slogan e lancio di uova in direzione del leader del Carroccio. Il quale però, vestito dell’immancabile maglia sulla quale campeggiava la parola LIVORNO (scritta con i colori sociali della città e della squadra cittadina) non c’è stato, ed ha prontamente replicato: “Ringrazio la Livorno democratica, diamo una lezione di democrazia a questi sfigati”.
Lo stesso Matteo Salvini ha poi dichiarato di volersi impegnare a tornare nel capoluogo toscano anche “una, due, tre, quattro volte, fino a quando non sarà possibile anche qui manifestare liberamente”, per la gioia dei residenti locali. Ma al comizio non c’erano soltanto contestatori, bensì anche simpatizzanti della Lega, sebbene le due fazioni non si siano mostrate ostili alle forze dell’ordine e non siano mai entrate direttamente in contatto tra loro.
Solo piccole scaramucce dunque, che non sono però andate giù al segretario leghista, il quale ha poi chiosato in merito: “I balordi dei centri sociali si commentano da soli, sono i nuovi squadristi, altro che 25 Aprile. Ma a me interessa la tanta gente perbene che ci darà una mano a liberare la Toscana”. Ma il pirotecnico leader del Carroccio non si è limitato a citare lo squadrismo fascista per il lancio di qualche uovo, ed ha voluto alzare il tiro, stavolta prendendosela con una delle sue “vittime” preferite, il suo omonimo e Presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Taccia il becchino incapace, recordman di morti e sbarchi”.
“Ci hanno criticato e insultato dandoci dei razzisti, e oggi che fanno?-ha chiesto ancora Salvini a Radio Padania–Dicono di voler affondare i barconi e fare i blocchi, cose che noi diciamo da tempo”. Peccato che l’idea di base citata da Salvini sia in realtà relativa all’affondamento delle imbarcazioni degli scafisti nei loro stessi porti, a scopo preventivo; non, come spesso affermato dai leghisti stessi sin dai “tempi bossiani”, all’affondamento in pieno mare aperto delle imbarcazioni con i clandestini a bordo. Un comodissimo fraintendimento di matrice demagogica, verrebbe da pensare. Anzi, un malentendu: il francese di Salvini migliora di giorno in giorno, meglio stare al passo.