Saluta una ragazza in discoteca e viene sfregiato sul volto, il pm: "È un fatto tenue"

Un giovane di 26 anni, R.F. di Stra, è stato colpito e sfregiato al volto al Riva Musiclub di Dolo per aver salutato un'amica, in un episodio che sembra scaturire da una gelosia immotivata. Il responsabile è stato identificato.

Saluta una ragazza in discoteca e viene sfregiato sul volto, il pm: "È un fatto tenue"

Nella notte tra sabato 7 e domenica 8 ottobre, all’interno del Riva Musiclub di Dolo, un gesto di cortesia si è trasformato in un brutale gesto. R.F., un giovane di 26 anni originario di Stra, è stato sfregiato al volto per aver semplicemente salutato un’amica. Dopo mesi di indagini, il responsabile è stato identificato: si tratta di L.T., un 23enne di Piove di Sacco, ora denunciato per il gesto violento.

La vicenda, tuttavia, sembra avviarsi verso una conclusione insoddisfacente per il 26enne, dato che il procuratore aggiunto Stefano Ancilotto ha proposto l’archiviazione del caso per “particolare tenuità del fatto“, basandosi sulla prognosi di soli 8 giorni rilasciata al pronto soccorso.

L’episodio ha avuto luogo in una saletta al secondo piano del locale. R.F. aveva incrociato lo sguardo di un’amica e le aveva fatto un cenno di saluto, gesto che ha scatenato la gelosia del gruppo accompagnatore della ragazza, inclusi il suo fidanzato e L.T.. Quest’ultimo, in particolare, è stato colui che, approfittando di una situazione di vantaggio con R.F. già a terra e trattenuto, gli ha rotto un bicchiere in testa, lasciandogli una cicatrice permanente sul volto e rischiando di compromettergli seriamente la vista.

Andrea Sinigaglia, avvocato del 26enne, si è opposto fermamente alla richiesta di archiviazione, sottolineando la gravità dell’azione e le permanenti conseguenze fisiche subite da R.F., ben oltre l’apparente lievità della prognosi. “Il mio cliente non aveva alcun legame sentimentale con la ragazza e non c’erano precedenti attriti con il gruppo. L’attacco è stato completamente ingiustificato e imprevedibile“.

Le indagini, condotte con l’ausilio delle telecamere di sicurezza del locale e delle testimonianze, hanno permesso ai carabinieri di individuare rapidamente il gruppo responsabile, portando infine all’identificazione di L.T.. Ora la decisione sul proseguimento o meno del caso è nelle mani del giudice per le indagini preliminari, che dovrà valutare le prove e le motivazioni presentate dall’accusa e dalla difesa.

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