Salerno: arrestato il proprietario di molteplici supermercati, contro di lui 40 capi di accusa

Il titolare di molti supermercati nella provincia di Salerno è stato arrestato, contro di lui 40 capi di accusa, tra cui minacce e ricatti al personale.

Salerno: arrestato il proprietario di molteplici supermercati, contro di lui 40 capi di accusa

Giuseppe D’Auria, 70 anni, ex colonello, proprietario di molteplici attività commerciali sul territorio salernitano, è stato arrestato dopo una lunga indagine condotta dalla Guardia di Finanza, guidata dal luogotenente Pietro Citri, in collaborazione con i Carabinieri, guidati dal colonello Giuseppe Mortari, coordinati dal sostituto procuratore Vincenzo Rubano.

Sull’uomo pendono 40 capi di accusa, alcuni in concorso con soci o collaboratori, per atti che comprendono ricatti e minaccie al personale, vendita di merce scaduta o non idonea al consumo, come carne annerita che veniva messa in commercio con l’aggiunta di additivi. Oltre ai 40 capi d’acussa il Gip del Tribunale di Nocera Inferiore, ha disposto un sequetro preventivo di beni per un valore superiore a 1 milione 700 mila euro.

I capi d’accusa

L’uomo era soprannominato il colonello, sia per il ruolo che aveva precedentemente ricoperto, sia per il clima di terrore che aveva diffuso all’interno delle sue attività, spingendo il personale a lavorare anche su turni di 10-12 ore, sette giorni alla settimana e con stipendi non adeguati al lavoro svolto.

Inoltre, i dipendenti venivano continuamente insultati da lui o da alcuni dei direttori dei suoi supermercati. Le donne non potevano indossare abiti troppo femminili o farsi treccine. Non era permesso andare in bagno per più di una volta, non si potevano ammalare o chiedere permessi, se provavano a farlo venivano licenziati o messi in condizioni di andare via.

La procura aveva chiesto anche misure cautelari nei confronti di altri soggetti, tra collaboratori e direttori, oltre ad altri 5 soggetti già indagati, a vario titolo, di cui uno di questi dovrà rispondere ad un’accusa di violenza sessuale nei confronti di una dipendente.

Le somme dovute ai dipendenti, tra spettanze, trattamento di fine rapporto e vari crediti accumulati, a cui hanno dovuto rinunciare sotto ricatto, vanno dalle migliaia di euro fino ad arrivare alle i centomila euro in alcuni casi.

Continua a leggere su Fidelity News