Ruggero Jucker: il rampollo milanese che uccise e squartò la fidanzata

Esattamente il 19 luglio 2002, Ruggero Jucker, uccise e squartò la sua fidanzata. Il terribile omicidio segnerà per sempre una delle pagine di cronaca nera più efferate.

Ruggero Jucker: il rampollo milanese che uccise e squartò la fidanzata

Ruggero Jucker, soprannominato Poppy, era conosciuto a Milano come rampollo della famiglia di imprenditori svizzero-tedesca e come il figlio di Lalla, la signora de catering di lusso milanese.

Dopo aver abbandonato gli studi e il lavoro nell’azienda di impianti idraulici del padre, la madre lo aveva mandato a studiare cucina a New York, dove Ruggero aveva imparato ad apprezzare l’arte contemporanea.

Chi era Ruggero Jucker

Tornato a Milano, Jucker apre un suo locale chiamato “Zup'” dove seriva le migliori zuppe della capitale meneghina, preparate da Lalla, coltivando relazioni sempre saltuarie, di breve durata, fino all’incontro, nel 2000, con una bellissima ragazza 26enne, Alenya Bortolotto, studentessa di Scienze Politiche e commessa part-time al WP-store. Anche lei appartenente alla Milano Bene, figlia del manager Roberto Bortolotto e dell’assicuratrice Patrizia Rota. 

Alenya vorrebbe passare pià tempo con Ruggero rispetto a quello che lui gli concede, e i due sono spesso a casa di lui, nel loft con le pareti gialle di via Corridoni, dove lei si ferma a dormire di tanto in tanto. A luglio 2002 la ragazza inizia a mostrare piccoli segnali di malcontento per via della poca attenzione che il fidanzato le dedica e per la mancanza di progetti futuri. 

Il massacro

La sera del 19 luglo Ruggero va a prenderla per portarla nel loft, fumano uno spinello, lei fa una doccia e vanno a letto. Intanto la mente di lui è presa da preoccupazioni per le sorti della zupperia, si sente soto pressione per le richieste di maggiori attenzioni della sua fidanzata e inizia a guardare e riguardare il film Hannibal. Alle 3 comincia a urlare disperato, allora Alenya fugge in bagno ma lui la insegue con un coltello da sushi, sferrandole 40 coltellate.

Alenya è ancora viva, riversa davanti la lavatrice ma ui continua a infierire sul suo corpo, schizzando pezzi di organi ovunque. La eviscera. Il suo fegato vola nel giardinetto privato. Ruggero Jucker, nel 2013, è tornato libero dopo aver scontato 10 anni di detenzione. In carcere è stato affidato a uno psichiatra scelto dalla madre.

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