Rudy Guede parla in tv: "Non ho ucciso io Meredith"

Sono pesanti le dichiarazioni che Rudy Guede ha fatto nella trasmissione di Rai 3 "Storie Maledette". L'uomo fferma di essere innocente e di essere colpevole solamente di non aver soccorso Amanda

Rudy Guede parla in tv: "Non ho ucciso io Meredith"

Il ritorno in TV di Franca Leosino con la trasmissione “Storie Maledette” ha avuto un debutto davvero fuori dal comune. Infatti ospite della trasmissione è stato Rudy Guede che è stato condannato a 30 anni per concorso nell’omicidio di Meredith Kercher. La pena è stata poi successivamente ridotta a 16 anni in appello, ma quello che è interessante considerare sono le risposte date dal Guede durante l’intervista.

Il suo è stato una specie di sfogo, infatti prima d’ora non era mai stato visto in tv. Nonostante i molti soldi che gli sono stati offerti, infatti, ha sempre optato per la riservatezza e per tenere un basso profilo, ma questa volta ha deciso di aprirsi e di raccontare la sua storia. Ricordiamo che a suo tempo suscitò scalpore la decisione di Guede di accedere al giudizio avvalendosi dei benefici del rito abbreviato.

Durante la trasmissione-sfogo Rudy Guede ha ricostruito punto per punto i passaggi salienti di quel tragico evento. Ha giustificato il suo comportamento affermando che in quel momento, accecato dalla paura, non ha pensato a nient’altro se non a fuggire. “Questo è il mio unico rammarico – egli afferma- di non aver riflettuto neppure per un attimo sulle mie azioni: avrei dovuto chiedere aiuto e, forse, le cose sarebbero andate diversamente“.

A questo punto, ricordando gli avvenimenti successi ben 8 anni fa, racconta che non si è affatto arrampicato sui muri per entrare in casa ma che sia stata la stessa Meredith ad aprirgli la porta di casa. Inoltre è sicuro che ci fossero nell’abitazione altre persone, una delle quali dovrebbe essere sicuramente Amanda, poichè, di lei, ha riconosciuto la voce. Invece non può essere sicuro dell’identità dell’altra persona.

Ricordiamo, per dovere di cronaca, che la sentenza della Cassazione parla esolicitamente di più soggetti presenti nell’abitazione. “Ho avuto ben otto anni per riflettere e ricostruire quanto avvenuto e mi sento di chiedere profondamente scusa alla famiglia di Meredith. Io mi ritengo innocente, sono colpevole solo di non aver cercato di salvarla“. Con queste parole ha concluso l’intervento ribadendo di essere stato preda della paura e del terrore per quanto stava succedendo in quella casa.

Continua a leggere su Fidelity News