La vicenda della dottoressa Federica Buzzolani, medico di medicina generale, presso il centro sanitario di Sant’Apollinare, ha scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sull’efficienza del sistema sanitario nel Polesine e nel Veneto. La dottoressa Buzzolani aveva preso servizio il primo settembre, sostituendo il dottor Paolo Greco, in pensione dal 31 agosto, ma dopo soli due settimane, ha abbandonato l’incarico, lasciando un messaggio sulla porta dell’ambulatorio per spiegare la sua decisione.
Nel messaggio, la dottoressa Buzzolani si scusava con i pazienti e spiegava che dal 13 settembre non sarebbe stata più presente. La ragione principale di questa decisione era l’assenza delle schede dei pazienti, contenenti i piani terapeutici e le patologie accertate, fornite dall’Ulss. La mancanza di queste informazioni ha reso impossibile per la dottoressa prescrivere i farmaci adeguati e metteva a rischio la salute dei pazienti.
La situazione aveva suscitato preoccupazione tra la popolazione, considerando la carenza di medici di medicina generale in Polesine e in tutto il Veneto. La dottoressa Buzzolani ha sottolineato che, nonostante le sue sollecitazioni all’azienda sanitaria, non ha ricevuto risposte tempestive. Aveva firmato l’accettazione dell’incarico il 19 luglio con l’assicurazione che sarebbero state mandate delle lettere con le informazioni necessarie, ma l’invio era avvenuto molto tardi, a causa delle vacanze estive.
La situazione si è ulteriormente complicata con l’interpretazione delle norme sulla privacy. Secondo il legale della dottoressa Buzzolani, l’avvocato Maurizio Servidio, basterebbe il consenso del paziente all’utilizzo dei propri dati da parte del medico sostituto, senza necessità di prelevare i dati tramite una chiavetta USB dal medico precedente. Questa discrepanza ha portato a un impasse tra la dottoressa Buzzolani e l’Ulss Polesana.
La dottoressa Buzzolani, nonostante l’incresciosa situazione, non si è data per vinta. A partire dal 15 novembre, inizierà un nuovo incarico, sempre di un anno, a Longastrino, frazione tra Argenta e Alfonsine, e ha dichiarato che l’azienda sanitaria di Ferrara le ha già trasferito tutti i dati dei pazienti. Questo dimostra la sua determinazione a fornire assistenza medica di qualità ai pazienti, nonostante le difficoltà incontrate.
A fine novembre, la questione verrà affrontata davanti all’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Ulss Polesana, dove si cercherà di fare chiarezza su questa controversia e trovare una soluzione che possa garantire la continuità dell’assistenza medica ai pazienti, preservando al contempo il rispetto delle norme sulla privacy. Nel frattempo, la vicenda della dottoressa Buzzolani rimane un esempio emblematico delle sfide che il sistema sanitario italiano deve affrontare nella gestione dei dati dei pazienti e nell’assegnazione degli incarichi ai medici sostituti.