Roma, un bambino e due papà: sentenza storica

Per la prima volta una sentenza del tribunale di Roma per i minori ha autorizzato la stepchild adoption ad una coppia di omosessuali. Un uomo ha potuto adottare il figlio del compagno avuto all'estero tramite maternità surrogata.

Roma, un bambino e due papà: sentenza storica

Ancora una volta le esigenze delle persone sono molto più veloci ed importanti dei tempi dei nostri legislatori, soprattutto quando si tratta di diritti civili e quando di mezzo ci sono le sorti di un neonato. Nonostante la stepchild adoption sia stata stralciata dal ddl Cirinnà sulle unioni civili, una sentenza del tribunale di Roma per i minori ha riconosciuto ‘l’adozione del figliastro‘, che il parlamento non ha voluto nella legge.

La questione sarebbe passata in sordina se si fosse trattato di una coppia ‘tradizionale’, ma sta suscitando un certo clangore mediatico in quanto si tratta di una coppia di due uomini omosessuali. E’ la terza volta che il tribunale di Roma interviene con sentenze di questo tipo, con la sua ex presidente Melita Cavallo. Secondo la stampa, il giudice Cavallo – prima di andare in pensione – ha voluto per così dire ‘regalare’ una serie di pronunciamenti: questo è il terzo ed i primi riguardavano due coppie di donne lesbiche dove una delle due ha chiesto, ed ottenuto, di poter adottare il figlio naturale dell’altra.

L’ultima sentenza è stata resa nota ieri e riguarda una coppia di uomini: uno dei due si è visto riconoscere il diritto di poter adottare il figlio dell’altro concepito 3 anni e mezzo fa in Canada grazie alla ‘maternità surrogata’, che in quel paese prende il nome di ‘gestazione per altri‘ e si effettua a titolo gratuito. I due papà si sono sposati prima in Canada e poi in Spagna, per poi iscriversi in Italia nel registro delle unioni civili della loro città.

Il giudice ha stabilito che l’adozione da parte del compagno del padre naturale del piccolo fosse la cosa più giusta da fare, vista la stabilità della coppia – infatti i due stanno insieme da ben 12 anni – il loro amorevole ambiente familiare, la presenza attiva e costante nella vita del bambino, il fatto che lo abbiano battezzato alla parrocchia del quartiere e che lui stesso sia a conoscenza del modo in cui è nato.

Le reazioni del mondo politico sono state diverse, come ben ci si poteva aspettare, ma in molti sostengono che l’importante, in questo caso, è la serenità del bambino.

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