Roma, trenta detenuti di Rebibbia riparano le buche

Trenta detenuti del carcere di Rebibbia, scelti tra chi ha una pena breve da scontare e chi ha un basso indice di pericolosità, stanno riparando alcune buche delle strade romane, per il progetto " Mi riscatto per Roma".

Roma, trenta detenuti di Rebibbia riparano le buche

Da tempo oramai le strade di Roma sono piene di buche e il comune ha deciso di rimediare, almeno in parte, con il progetto “Mi riscatto per Roma“, un accordo siglato il 7 agosto 2018 tra il Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria e Autostrade per l’Italia. Il progetto vede impegnati i detenuti in un’attività al di fuori del carcere, imparando anche un mestiere che potrebbe rivelarsi utile una volta usciti, mentre aiutano la città a migliorare.

Qualcosa di molto simile era già accaduto a Roma, a marzo del 2018, dove dei detenuti sono stati impiegati per la pulizia di parchi e ville e in quel caso a formarli e controllarli  se ne sono occupati i servizi Giardini del Campidoglio.

L’inizitiva

L’iniziativa è partita ieri 29 gennaio ed ha visto trenta detenuti di Rebibbia, scelti tra chi ha una pena breve da sconatre e chi ha una bassa percentuale di pericolosità, impegnati a riparare buche, ridisegnare strisce pedonali, e ripulire caditoie da foglie e rifiuti, nella periferia di Roma, nella zona di Torre Spaccata. In seguito si occuperanno anche di altre zone della capitale. Tutto è avvenuto in assoluta sicurezza, i detenuti sono stati controllati sia dalle guardie penitenziarie e sia dai tutor di Autostrade per l’Italia, che si sono occupati anche della loro formazione prima di far partire l’iniziativa. 

Il direttore delle relazioni esterne e degli affari istituzionali di Autostrade per l’Italia, Francesco Delzio, ha dichiarato che le squadre stanno lavorando bene ed ha aggiunto che questa iniziativa, dato il suo alto valore simbolico e la sua ricaduta positiva sulla città, potrebbe presto espandersi in altri territori nazionali ed internazionali. Infatti, altri sindaci delle città metropolitane stanno valutando, con i presidenti dei tribunali di sorveglianza, delle iniziative simili.

Per quanto riguarda gli esteri, l’ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine in Messico ha scritto al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per verificare la trasferibilità dell’iniziativa “Mi riscatto per Roma”, dato che potrebbe essere di grande interesse anche per la loro nazione. 

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