Roma: risarciti con 2 mila Euro i genitori del bambino sospeso da scuola perché troppo iperattivo

Il caso di un bambino, eccessivamente iperattivo allontanato da scuola, è stato portato in tribunale con il Tar che ha deciso di risarcire i genitori per una somma di 2 mila Euro.

Roma: risarciti con 2 mila Euro i genitori del bambino sospeso da scuola perché troppo iperattivo

Vivere l’ambiente scolastico può essere molto difficile sia per alunni che insegnanti e tutto il personale scolastico. I bambini possono essere iperattivi, quindi non sempre semplici da gestire. Proprio per la sua eccessiva iperattività, un bambino è stato sospeso da scuola e ora, in base a quanto stabilito dal Tar, i genitori dovranno essere risarciti per un valore di 2 mila Euro. Cerchiamo di fare il punto della situazione. 

Il bambino, considerato eccessivamente iperattivo, è stato sospeso dalla scuola Corrado Melone di Ladispoli dal 28 febbraio al 21 marzo del 2024. I genitori avevano chiesto l’annullamento della sospensione con il Tar del Lazio che ha appoggiato la decisione e con la scuola che dovrà risarcire la famiglia di ben 2 mila Euro. 

In un primo momento, il Tar si era già espresso a favore del bambino in modo che potesse rientrare a scuola, ma il dirigente scolastico Riccardo Agresti non l’ha consentito giustificandosi con il fatto di non aver letto l’email e quindi non essere venuto a conoscenza. Nonostante la decisione presa dal Tar, a quei tempi, il bambino è stato nuovamente allontanato dall’istituto scolastico. 

Una decisione del Tar che soddisfa la famiglia, non tanto per i soldi, come racconta il padre a Il Messaggero, proprio per il fatto che i bambini come il suo che presentano delle difficoltà non andrebbero allontanati. Il padre continua: “Abbiamo lottato tanto, ci siamo rivolti anche ai carabinieri e i giudici hanno riconosciuto l’errore della scuola. Per noi è importante”.

Nel frattempo, i giudici nella sentenza emessa, puntano il dito contro la scuola poiché il provvedimento disciplinare a carico del bambino aveva un altro fine. Daniele Leppe, che assiste la famiglia, afferma che il preside pensava che l’iperattività del bambino fosse dovuta a una maleducazione da parte della famiglia. In seguito ai documenti del tribunale, ha capito che “la sospensione era stata motivata dalla difficoltà di non avere ore sufficienti di sostegno”. 

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