Roma, proteste anti-rom: si indaga per odio razziale

La Procura ha aperto un fascicolo a seguito delle violente proteste avvenute a Torre Maura (RM) contro il trasferimento di circa 60 famiglie rom in un centro d'accoglienza della zona.

Roma, proteste anti-rom: si indaga per odio razziale

La Procura di Roma ha deciso di aprire un fascicolo dopo gli scontri avvenuti la scorsa sera a Torre Maura, dove più di 200 abitanti, con il sostegno dei simpatizzanti di CasaPound, hanno protestato contro il dislocamento di 60 famiglie rom in un centro d’accoglienza. Per arginare la situazione, il Campidoglio ha ordinato il ricollocamento delle famiglie in questione. 

Al momento, si ipotizzano i reati – aggravati dall’odio razziale – di minacce e danneggiamento. Durante le proteste, trasformatesi in una rivolta, sono stati infiammati cassonetti ed auto. Inoltre, sono stati distrutti – dopo essere stati calpestati – i panini destinati ai nomadi. Le persone presenti allo scontro urlavano: “Devono morire di fame” e “Dateci i terremotati, gli zingari non li vogliamo“.

Per individuare gli autori della rivolta anti-rom è stato disposto l’intervento della Digos di Roma. Già nelle prossime ore, potrebbero essere individuati i primi colpevoli. Quest’ultimi verranno ascoltati dalle autorità per chiarire le loro responsabilità, e rischieranno una denuncia.

Il Comune dispone il ricollocamento

Dopo un lungo vertice effettuato durante la notte, il Campidoglio ha deciso di cedere alle proteste, ordinando il ricollocamento in altri centri di accoglienza – entro sette giorni – dei 60 rom arrivati a Torre Maura. La decisione è giunta dopo un incontro tra il capo di gabinetto del sindaco Virginia Raggi, la dirigente dell’ufficio rom del Comune, e una delegazione dei cittadini della zona. 

Marco Cardilli, delegato alla Sicurezza del Campidoglio, ha dichiarato: “Con grande senso di responsabilità ci siamo subito attivati già da questa notte. Abbiamo deciso di procedere a una progressiva ricollocazione per restituire tranquillità al quartiere e, per tutelare i 33 minori ospiti nella struttura, abbiamo questa priorità al di sopra di tutto. Stiamo esaminando e analizzando tutte le possibili soluzioni sul territorio di Roma, cercheremo di sistemarli con soluzioni alternative e parimenti dignitose”. Nel frattempo, dalle prime luci del mattino, una trentina di abitanti staziona all’esterno del centro di accoglienza, per monitorare la situazione. 

Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, si è espresso sulla questione, bocciando ogni forma di violenza, ma chiedendo ai comuni di non scaricare ogni problema sulle periferie. Inoltre, il ministro ha ricordato il suo obiettivo da portare a termine entro fine mandato — zero campi rom – specificando: “chi si integra è benvenuto, chi preferisce rubare verrà mandato altrove”.

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