Roma: neonato morto per flebo di latte. Chiesta condanna per tre medici

Un neonato di 30 giorni è morto per una flebo di latte al posto della soluzione fisiologia. Chieste condanne per tre medici e per l'infermiera che collegò l'alimentazione al piccolo

Roma: neonato morto per flebo di latte. Chiesta condanna per tre medici

Un neonato sarebbe morto per una flebo sbagliata. Gli sarebbe stato somministrato del latte anziché della soluzione fisiologica. Chiesta la condanna per tre medici.

Una vicenda incredibile quella che ha portato alla morte di un neonato, Marcus Johannes Vegas, morto dopo soli 30 giorni di vita per un tragico errore. Durante la sua permanenza in ospedale, infatti, gli sarebbe stata somministrata una flebo di latte anziché della fisiologica. Il piccolo era nato prematuro, solo alla trentesima settimana e proprio per questo si trovava al san Giovanni di Roma, dove era stato trasferito perché al Grassi di Ostia dove la mamma, di origini filippine, lo aveva dato alla luce non c’erano posti disponibili.

Il fatto risale al giugno del 2012 ma venne segnalato in ritardo, giusto prima che il corpo del piccolo venisse cremato. Una vera tragedia che è costata la vita ad un neonato indifeso e che oggi trova un primo epilogo. Proprio oggi, infatti, sono state chieste le condanne per tre medici ritenuti responsabili del fatto.

Sono stati richiesti 10 mesi per i medici Maria Rita Chiusari, Sabrina Palamides e Maria Tereas Dell’Olmo. Per loro l’accusa è di favoreggiamento, frode processuale ed omissione di referto. Rinvio a giudizio, invece, per il reato di omicidio colposo per Roberta Stanig, l’infermiera che collegò l’alimentazione al catetere venoso del piccolo neonato.

Una vicenda che ha dell’incredibile e che ancora oggi, a distanza di diversi anni, non ha avuto giustizia. Un neonato di pochi giorni ucciso per una flebo sbagliata. Una giovane vita spezzata ed ancora nessuna certezza sulle motivazioni della sua morte.

Non resta, quindi, che attendere gli sviluppi processuali della vicenda per conoscere la reale dinamica dei fatti ma soprattutto le responsabilità in un fatto tanto grave. Quel che è certo è che un neonato di soli 30 giorni non c’è più per colpa di un errore fatale.

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