Desta ancora tanto dolore all’interno dell’Arma dei carabinieri la morte di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere ucciso a Roma il 26 luglio 2019 mentre si trovava in servizio per le strade del quartiere Prati. Per il delitto sono accusati i giovani americani Gabriele Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, i quali sono stati già condannati all’ergastolo nel processo di primo grado. A fianco al processo dei due imputati del delitto c’è un altro procedimento giudiziario in corso a carico di Fabio Manganaro, il militare dell’Arma che bendò i due imputati durante l’interrogatorio.
Da quanto si apprende in queste ore dai media nazionali, dalle chat intercorse tra alcuni colleghi di Rega emergerebbero delle frasi inquietanti, tutt’ora al vaglio degli investigatori. Frasi come “squagliateli nell’acido” o “fateli fare la fine di Cucchi” sarebbero state pronunciate da alcuni carabinieri nei confronti degli assassini subito dopo il fermo in alcune chat. I contenuti apparsi sulla stampa in queste ore e che abbiamo qui ripreso sono stati riportati anche dal Corriere della Sera.
Un militare: “Non mi venite a dire arrestiamoli”
“Non mi venite a dire arrestiamoli e basta. Devono prendere le mazzate. Bisogna chiuderli in una stanza e ammazzarli davvero” – così avrebbe detto invece un altro carabiniere. Mario Cerciello Rega, come si ricorderà, venne ucciso a coltellate. Morì poco dopo all’ospedale Santo Spirito praticamente dissanguato.
Dobbiamo precisare, questo per dovere di informazione, che non tutti i militari presenti nella chat hanno usato frasi violente e spregevoli nei confronti degli imputati, anzi, molti di loro hanno preso le distanze dal comportamento dei colleghi redarguendoli su ciò che stavano dicendo e affermando. Rimproveri da parte di altri carabinieri presenti nelle chat sono partiti anche all’indirizzo del carabiniere che ha bendato uno degli indagati durante l’interrogatorio.
Insomma una vicenda particolare su cui sarà adesso l’autorità giudiziaria ad esprimersi. Le frasi estrapolate dalle chat sono molto forti e non ci si aspetterebbe che a pronunciarle siano dei carabinieri, persone dedite alla difesa dei deboli e che lavorano per far rispettare la giustizia. Non è escluso che questi militari vengano ascoltati dall’autorità giudiziaria.