Roma: donna truffa l’Inps per 100.000 euro dichiarando gravidanze false

Un donna, che non si presenterebbe al lavoro da vent'anni, avrebbe truffato l'Inps per un'ammontare di 100.000 euro ottenuti come assegni di maternità. Le gravidanze, però, non sarebbero mai iniziate.

Roma: donna truffa l’Inps per 100.000 euro dichiarando gravidanze false

La storia della maxitruffa all’Inps arriva dalla Capitale: una donna avrebbe simulato ben sedici gravidanze, tutte a rischio; alcune di esse, secondo le dichiarazioni false della signora, si sarebbero concluse in aborti spontanei mentre altre avrebbero portato alle nascite. I periodi di gestazione, degni di un potenziale nuovo record, sarebbero tutti falsi; di vero ci sarebbero solo i soldi che la cinquantenne avrebbe incassato dall’Inps.

I vari assegni di maternità, riscossi nel corso degli anni, avrebbero permesso alla donna di non lavorare un solo giorno in vent’anni. Insomma, l’intera vicenda si può tradurre come una vera e propria pioggia di soldi pubblici illegittimi: non solo non sarebbero mai esistite le gravidanze a rischio dichiarate, ma sarebbero fittizi anche i quattro figli dichiarati all’anagrafe.

La vicenda

La storia, che fortunatamente è venuta alla luce, vede come protagonista una donna romana: essa, dal 2000, non si sarebbe più presentata al lavoro nell’ufficio dive risultava essere assunta. Il motivo di tali assenze sarebbe da ricercarsi nelle sue gravidanze: su esse incombeva sempre la minaccia dell’aborto, condizione che l’avrebbe obbligata a stare a riposo fin dai primi mesi.

La cinquantaduenne sarebbe stata costretta a letto per molti giorni, con l’unica fatica di riscuotere mensilmente l’assegno di maternità. La truffa, però, sarebbe riuscita fino a qualche tempo fa, quando i carabinieri della Tutela del Lavoro avrebbero smascherato la donna. Secondo gli inquirenti, la donna romana potrebbe essere stata l’unica ideatrice e benefattrice del piano che, nel frattempo, le avrebbe permesso di dedicarsi ad altri affari.

Le forze dell’ordine, sicure dell’imbroglio, avrebbero pedinato la donna, vedendola al supermercato ed a passeggiare per strada mentre avrebbe dovuto starsene riguardata nel suo appartamento. Anche i figli dati alla luce, che esistono solo all’anagrafe, sarebbero falsi: di sedici gravidanze a rischio, quattro si sarebbero concluse con la nascita di quattro bambine con tanto di nome e cognome. La registrazione all’anagrafe, comunque, sarebbe avvenuta con successo, il che fa pensare all’intervento di qualcuno di cui tuttavia non si conosce il nome.

La storia messa in scena dalla donna romana potrebbe ricordare quella di Concetta Mucciardi, la contrabbandiera di sigarette napoletana che, al fine di non andare in carcere, comunicò 19 gravidanze. Tale vicenda divenne famose grazie al film di Vittorio De Sica che, nel 1963, trovò in Sophia Loren la protagonista.

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