Roma, bronco 3D restituisce il respiro a un bambino

All'Ospedale Bambino Gesù di Roma, un bronco riassorbibile stampato in 3D ha restituito il respiro ad un bambino di appena cinque anni affetto da una patologia respiratoria.

Roma, bronco 3D restituisce il respiro a un bambino

L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si è reso nuovamente protagonista per quanto riguarda un intervento primo del suo genere, per quanto riguarda l’Europa. Tramite la stampa 3D di un bronco riassorbibile è stato possibile restituire il respiro ad un bambino di cinque anni che, a causa di una patologia respiratoria, era impossibilitato nell’azione.

Il paziente si è presentato affetto da broncomalacia, un cedimento della parete del bronco sinistro, il quale impedisce il normale flusso dell’aria nel polmone. Tramite l’intervento sperimentale effettutato dagli specialisti della Capitale, primo nel suo genere in tutta Europa, il bambino potrà tornare a respirare in modo più naturale.

L’innovativo bronco 3D è stato progettato e realizzato al Bambino Gesù, tramite l’ausilio di tecniche di imaging e bioingegneria estremamente sofisticate. Il lavoro degli esperti, durato oltre sei mesi, ha consentito al piccolo paziente di tornare ad un respiro autonomo. Il dispositivo è stato stampato con materiale bio-riassorbibile; esso, quindi, verrà lentamente eliminato dall’organismo dopo aver accompagnato la crescita corretta dell’apparato respiratorio compromesso.

L’intervento è durato otto ore ed è stato eseguito da Adriano Carotti, Responsabile dell’Unità di funzione di Cardiochirurgia complessa con tecniche innovative, in collaborazione con i chirurghi delle vie aeree, e da Sergio Bottero, Direttore del Laryngo-Tracheal Team.

Lo studio romano che ha visto la realizzazione del bronco stampato in 3D si è basato su uno studio dell’Università del Michigan, dove sono già stati eseguiti 15 impianti di questo genere. Il dispositivo, personalizzato, viene studiato e disegnato in base alla personale anatomia del paziente, facendo riferimento alle sue immagini bidimensionali ottenute tramite una Tac. Queste ultime, realizzate nel Dipartimento di Diagnostica per immagini, guidato da Aurelio Secinaro, sono state successivamente rielaborate da Luca Borro, dell’Unità di Innovazione Perrcorsi Clinici, tramite sofisticate tecniche di bioingegneria.

Il bronco, che riproduce tramite una “gabbietta” cilindrica le caratteristiche dell’organo, è stato realizzato con un composto bio riassorbibile di policaprolattone e idrossiapatite, della durata di circa due anni.

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