Roma: bimbo chiuso in una stanzetta perché autistico

Una storia commovente quella di un bimbo autistico costretto a restare chiuso in una stanzetta in completo isolamento. La "soluzione " è stata proposta da una psicologa dell'Asl

Roma: bimbo chiuso in una stanzetta perché autistico

I bambini si sa possono essere difficili da gestire, e la situazione può diventare ancora più problematica quando il bimbo in questione soffre di autismo. Ma quello che è successo in una scuola elementare di Valmontone in provincia di Roma non può che destare rabbia e indignazione. Un bambino autistico da due anni è costretto a stare da solo con l’insegnante di sostegno e l’educatore perché in classe con gli altri alunni disturbava troppo.

La triste vicenda del piccolo Christian, un bimbo di 11 anni affetto da autismo, fa rabbrividire. Il ragazzo è stato obbligato a passare tutte le ore scolastiche chiuso in una stanzetta in completo isolamento. Gli insegnanti erano incapaci di gestirlo per questo si sono rivolti ad una psicologa dell’Asl che ha proposto di creare “Una stanzetta dedicata solo a Christian“. Così è stata realizzata “La stanza del silenzio degli innocenti”, è questo il nome che hanno dato al locale riservato esclusivamente a Christian.

La mamma del piccolo ha così raccontato il trattamento ricevuto dal figlio “Lo tengono lontano dai suoi compagni per tutto il giorno, riportandolo in classe solo a ricreazione. Finché andava a scuola a Ostia, prima all’asilo e poi alle elementari, era ben integrato: passava tutto il tempo in classe con l’insegnante e l’educatrice. Da quando ci siamo trasferiti a Valmontone due anni fa, la scuola è diventata una tragedia. Mi hanno detto che era pericoloso che non riuscivano a gestirlo“.

La scuola è il luogo dell’integrazione e della condivisione e pensare che un bambino possa essere isolato solo perché autistico e difficile da gestire è inaccettabile. La scuola ha in programma una gita scolastica in Vaticano ed anche in questo caso il bimbo potrebbe esserne escluso perché gli insegnanti temono che possa disturbare. “Dicono che disturberebbe e che è pericoloso, ma non è così – dice la mamma – Il pomeriggio, una volta a settimana, va ad atletica, accompagnato dall’assistente domiciliare, e nessuno si è mai lamentato”.

A commentare l’episodio è intervenuta anche Michela Brambilla, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia, che dice:”Accogliere e integrare gli alunni in difficoltà nel miglior modo non è un favore, ma un preciso dovere della scuola“.

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