Una storia terribile quella che viene da Roma, dove una ragazzina appena 13 anni ha avuto il coraggio di parlare e denunciare lo zio “orco” per i ripetuti e quotidiani abusi sessuali di cui era vittima da ormai due anni. Una denuncia che ha avuto inizio a scuola, grazie all’auto dell’insegnante che si è subito accorta di alcuni strani comportamenti della giovane, e grazie al progetto “scuole sicure“ presente nel territorio romano.
Tutto ha avuto inizio al termine di una giornata scolastica, quando la 13enne si è rifiutata di uscire dalla classe sapendo che proprio quello zio sarebbe venuto a prenderla, dando così inizio all’incubo di quella giornata. L’insegnante, visto il comportamento anomalo della ragazza, ha voluto parlare con i poliziotti che si occupano del progetto “scuole sicure”, dove agenti e studenti parlano e si confrontano durante le lezioni scolastiche per mettere così in luce eventuali problemi presenti nell’Istituto, quali bullismo o, appunto, violenze.
Un poliziotto e una psicologa hanno così parlato con la 13enne, il cui coraggio nel parlare e descrivere il suo inferno vissuto negli ultimi due anni ha fatto sì che si potessero iniziare le indagini contro il 50enne “orco”, che hanno portato alla luce una tragica realtà .
Violenze quotidiane
La vittima viveva nella stessa casa con la madre, lo zio e altri parenti, e il 50enne era solito accompagnare la cognata e madre della vittima a lavoro, per poi portare la nipote a scuola. In questo breve tragitto, avevano luogo alcune delle violenze, mentre altre venivano compiute a casa, quando nessuno avrebbe potuto aiutare la 13enne. Si tratta di abusi sessuali ripetuti ogni giorno, e che andavano avanti da ormai due anni. Mentre la paura della ragazza l’aveva portata inizialmente a tacere e a tenere così quel “segreto” come gli aveva chiesto il 50enne, nell’ultimo periodo non ce l’ha fatta, e ha chiesto aiuto.
Per lo zio “orco” sono scattate le manette e la misura cautelare in carcere, mentre madre e figlia sono state portate in un luogo protetto.Â