Roma, a Trastevere spunta una curiosa statua di una porchetta

La Lav: "l'arte non è arte se calpesta la sensibilità delle persone". Secondo gli animalisti è un colpo basso alla dignità di altri esseri viventi e al valore della loro vita.

Roma, a Trastevere spunta una curiosa statua di una porchetta

Curioso caso accaduto a Roma, è infatti apparsa una statua rappresentante una scrofa al centro di Trastevere. Bufera della lega italiana antivivisezione e degli animalisti, secondo cui la statua sarebbe una offesa nei confronti degli animali e dell’arte in generale e rappresenterebbe un maiale cucinato, e legato con uno spago, una porchetta, tipico piatto di Ariccia, della provincia di Roma.

A realizzarla, sono stati gli studenti della Rome University of Fine Arts e resterà esposta fino a settembre 2021. La polemica resta sul fatto che rappresenti un tipico piatto della cucina romana, che secondo gli animalisti, andrebbe smontato, anzichè messo in evidenza. Lederebbe infatti la sensibilità di tutti quei vegetariani e vegani italiani che ne vedono un atto poco decoroso nei confronti degli animali.

La Lav afferma che lede la personalità individuale delle persone, dichiara David Nicoli, responsabile Lav Roma, e ne chiede la immediata rimozione da parte di Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio, perchè offende il pubblico ed è un segno di cattivo gusto, non si tratta di arte dichiara ma di un becero tentativo di rappresentazione di arte culinaria millenaria romana.

Gli animalisti si ritengono preoccupati in quanto la statua non rappresenterebbe, un piatto tipico della tradizione romana ma bensì un affronto bello e buono verso tutti quei maiali, che sono gli animali più sfruttali e tenuti negli allevamenti intensivi, che subiscono maltrattamenti e sono riempiti di antibiotici, destinati a morte crudele.

La presidente ha addirittura presieduto alla presentazione dell’opera con un certo vanto, ma Rita Corboli delegata dell’Oipa di Roma, ha ritenuto indecorosa l’opera, che è una “creazione” che, se voleva celebrare una “tradizione alimentare romana”, speriamo che stia contribuendo invece a demolirla.

Si spera che l’opera discussa faccia riflettere gli avventori, che si nutrono di quei poveri animali bisfrattati per farli desistere e nutrirsi di cibo che non venga intenzionalmente considerato un panino, ma si cambi ricetta, con qualcosa che non vada a ledere la libertà di quei poveri animali innocenti.

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