Ristoratore viola il Dpcm e apre anche a cena: "Gesto disperato, vogliamo lavorare"

Si tratta di Max Vietri, titolare del ristorante "Luppolo e Farina" di Roma. L'uomo ha spiegato che con i ristori dati dal Governo non riesce a pagare neanche le spese, come bollette e tasse varie. "Non possiamo essere considerati untori"

Ristoratore viola il Dpcm e apre anche a cena: "Gesto disperato, vogliamo lavorare"

Quella che arriva da Roma è un’altra storia di disperazione, l’ennesima, che riguarda un ristoratore alle prese con le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19. Si tratta di Max Vietri, titolare del ristorante “Luppolo e Farina” di Roma.

Il locale è situato in via Valsavaranche. Nella serata di ieri 15 gennaio l’uomo ha aderito all’iniziativa “Io apro”, manifestazione di protesta contro i Dpcm emanati dal Governo che stanno costringendo numerose attività a lavorare solo con l’asporto. La testata giornalistica Fanpage ha inviato un suo giornalista sul posto, e ha intervistato il ristoratore. L’uomo ha detto di essere disperato e di non riuscire a pagare neanche le bollette le tasse, anche se ha ricevuto i ristori previsti dalla normativa anti pandemia. 

Secondo quanto dichiarato da Vietri, la cifra del 10% sul fatturato prevista dai bonus del Governo non basta a mandare avanti il locale. “Abbiamo bisogno di lavorare” – così ha spiegato il ristoratore ai cronisti. Lui non avrebbe mai immaginato una situazione del genere, e ha detto che se ha deciso di contravvenire alle regole è perché ormai è disperato. Il titolare di “Luppolo e Farina” ha spiegato che i ristoratori non possono essere considerati “untori”, in quanto nei loro locali vengono rispettate tutte le regole anti Covid previste dal regolamento. 

Max Vietri: “Abbiamo famiglia”

Max Vietri ha spiegato che il bisogno di lavorare nasche anche dall’esigenza di portare avanti le proprie famiglie. Tutti i titolari dei locali, infatti, oltre a pagare le tasse per l’attività, devono pensare anche a sostenere i bisogni dei loro cari. L’uomo considera ingiusti gli assembramenti che si verificano nei mercati e nei mezzi pubblici, per questo ha invitato l’Esecutivo ha rivedere le regole per bar e ristoranti, che nella maggior parte dei casi non hanno neanche molte persone sedute ai tavoli.

Negli scorsi mesi Vietri, come tanti titolari di locali, ha dovuto adattarsi alla normativa anti Covid, distanziando i tavoli e comprando gel disinfettanti e tutti i Dpi necessari per poter riaprire in sicurezza. Per molti ristoratori la situazione sembrava essersi normalizzata in estate, ma le nuove chiusure che vanno ormai avanti dall’autunno stanno gettando sul lastrico molte attività, come appunto “Luppolo e Farina”. 

L’iniziativa “Io apro” ha visto protagonisti migliaia di ristoratori in tutta Italia, anche se le stesse associazioni di categoria hanno preso le distanze da questo gesto, in quanto ritengono che la protesta non si attua infrangendo le regole dello Stato. E da domani 17 gennaio il Lazio entrerà in zona arancione e non sarà possibile consumare neanche all’interno dei locali fino alle 18:00. Il nuovo Dpcm prevede che sia in area gialla, arancione e rossa, non si possa effettuare l’asporto di bevande dai bar a partire dalle sei del pomeriggio. Un’altra tegola per i ristoratori. “Non è possibile, così non ci stiamo” – queste sono le parole di Max Vietri.

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