Pensavamo di averle sentite tutte, ma questa notizia ha davvero dell’incredibile. Siamo a Torino, più precisamente nell’aeroporto di Caselle Torinese. E’ da qui che parte una telefonata di allarme al 113: “Non fate partire l’aereo, sopra c’è una bomba!”. L’aereo in questione era dell’Alitalia, e sarebbe dovuto partire nella serata di ieri (ore 21) in direzione Roma. Ovviamente, dopo la telefonata d’allarme, il volo ha ritardato di due ore e mezza, per controllare che, effettivamente, non ci fosse nessuna bomba. Per fortuna, pericolo scampato.
Ma da chi è arrivata questa telefonata? E’ qui che la notizia si fa incredibile. L’allarme era stato lanciato da un uomo italiano, che ha finto di parlare arabo (forse per rendere più ‘credibile’ la sua telefonata?) e ha chiamato il 113. Il motivo? Era in ritardo, e non voleva perdere l’aereo. L’uomo è stato immediatamente identificato dalla Polaria, ed è stato tratto in arresto, con l’accusa di procurato allarme.
Dopo poche ore, però, la pista del ritardo sembra sempre meno verosimile. In realtà, come emergerebbe dalle successive indagini, l’uomo avrebbe agito per ripicca nei confronti di Alitalia. La compagnia di bandiera, infatti, non avrebbe concesso all’uomo di cambiare i biglietti acquistati per quell’aereo con un volo precedente. Secondo la ricostruzione della Polaria, l’uomo avrebbe avvisato il 113 con marcato accento arabo, raccontando di aver sentito due arabi che parlottavano fra loro, dicendo di aver piazzato appunto una bomba sull’aereo diretto a Roma.
Incurante dei danni procurati agli altri passeggeri, costretti a partire con due ore e mezza di ritardo, l’uomo ha quindi consumato la sua personalissima vendetta contro Alitalia, rea di non aver acconsentito ad una richiesta da lui considerata lecita. Alla fine, però, il danno per l’uomo è stato doppio: il caso ha avuto una vasta eco (è incredibile, in effetti!), e adesso sarà dura per lui difendersi in tribunale. L’aggravante del futile motivo, poi, non andrà di certo a suo vantaggio.