Guerlin Butungu, il quarto uomo della banda di nordafricani che qualche settimana fa avrebbe violentato nella stessa notte una giovane turista polacca ed una trans a Rimini, è stato individuato e poi arrestato alla stazione ferroviaria di Rimini – in transito – grazie ad un’operazione congiunta tra gli uomini della Squadra Mobile e dello Sco.
Nella giornata di ieri, si sono costituiti alle forze dell’ordine due fratelli di 15 e 17 anni, di origini marocchine, facenti parte della banda, che hanno fornito indicazioni utili agli inquirenti per rintracciare gli altri due autori delle violenze, inaudite e feroci, avvenute la scorsa settimana nella celebre località turistica della riviera romagnola.
Anche il terzo uomo della banda, un giovane 17enne di origini nigeriane, è stato arrestato nella serata di ieri dalle forze di Polizia, che lo hanno individuato non poco lontano dalla sua abitazione, grazie al monitoraggio delle cellule telefoniche. Tutti e tre i ragazzi minorenni sono già conosciuti alle forze dell’ordine per aver commesso reati, quali furto e spaccio.
Nella primissima mattinata del 3 settembre, l’ultimo componente della banda, Guerlin Butungu, stava tentando la fuga allontanandosi con un treno proveniente dalla stazione di Pesaro, ma che transitava per Rimini. Gli uomini della Squadra Mobile e dello Sco lo hanno quindi individuato e bloccato.
Ad inchiodare i quattro, sono state le diverse telecamere di sicurezza presenti sul territorio di Rimini – in particolar modo quelle del Lido dove è avvenuta la violenza – che hanno immortalato i loro volti, poi riconosciuti senza alcuna incertezza anche dalla trans sudamericana. Le immagini divulgate dalla Polizia sono state determinanti anche per far si che il padre dei due fratelli minorenni coinvolti riconoscesse i figli, e li convincesse a costituirsi.
Il padre dei due minorenni sembra abbia rilasciato una dichiarazione al “Resto del Carlino”, dicendo che se si può perdonare il furto di un telefonino, non lo si può certo fare per una violenza contro una donna. Per il genitore dei violentatori, dunque, se i figli hanno sbagliato, devono pagare. Una svolta importante, che ha portato poi sulle tracce degli altri due stupratori. La banda sembra fosse già ben conosciuta sul territorio, perché punto di riferimento per lo spaccio di stupefacenti.