Rimasero bloccati in India per l’adozione della figlia, è morto di Covid il papà Enzo Galli

Enzo Galli, l'uomo che a Maggio rimase bloccato con la moglie in India per l'adozione di una bambina, è morto di Covid-19 dopo un calvario di tre mesi e mezzo. Salve la moglie e la figlia adottiva. "Ora è nelle mani di Dio", commenta la moglie.donna.

Rimasero bloccati in India per l’adozione della figlia, è morto di Covid il papà Enzo Galli

Ad inizio Maggio la storia della coppia toscana rimasta bloccata in India a causa del lockdown nel periodo di massimo contagio del Coronavirus fece il giro delle cronache italiane. Furono moltissime le persone che seguirono la loro vicenda si mobilitarono per far tornare la coppia, che si trovava in India per finalizzare l’adozione di una bambina, in Italia.

Una gara di solidarietà permise la raccolta di 80mila euro necessari per organizzare il volo che riportò i tre in Italia, fuggendo da un Paese nel pieno caos dove il virus imperversava e le strutture ospedaliere non riuscivano a far fronte alle decine di migliaia di contagi. La storia della famiglia non ha avuto però un lieto fine.

Al rientro in Italia l’8 maggio scorso, Simonetta Filippini, Enzo Galli e la figlia Mariam Gemma erano infatti risultati tutti e tre positivi al Covid-19 e furono ricoverati all’ospedale fiorentino Careggi. Dopo poche settimane Simonetta e Mariam erano rientrate a casa per proseguire la terapia domiciliare in attesa di negativizzazione, mentre le condizioni di Enzo sono risultate subito più gravi.

Da allora per Enzo è iniziato un calvario durato ben tre mesi e mezzo, durante i quali non ha mai lasciato il nosocomio toscano, costellate da decine di complicazioni a polmoni e cuore. Ad inizio mese uno shock settico aveva portato ad un improvviso peggioramento nelle sue condizioni, costringendolo alla dialisi, ma una terapia antibiotica sembrava aver successo e si era accesa una piccola speranza.

Negli ultimi giorni però il suo quadro è peggiorato, portandolo al decesso. “E’ stata una lotta incredibile, mi hanno permesso di andare a trovarlo e quando era sedato poco, gli parlavo e credo abbia riconosciuto la mia voce e cercava di parlare ma si capiva la sua sofferenza. E’ stato terribile laggiù e continua ad essere terribile qui: mi sembra di aver vissuto un incubo. Hanno fatto tanto per lui in ospedale, dei veri salti mortali e ora è nelle mani di Dio”, ha commentato la moglie Simonetta.

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