Rimane incinta durante il periodo di prova, viene licenziata il giorno dopo con un messaggio su whatsapp

Giorgia Marinò, 38enne di Brindisi, è stata licenziata per mancato superamento del periodo di prova dalla cooperativa per cui lavorava poco dopo aver annunciato la sua gravidanza.

Rimane incinta durante il periodo di prova, viene licenziata il giorno dopo con un messaggio su whatsapp

Un verdetto storico è stato pronunciato dal giudice del lavoro del tribunale di Brindisi, Gabriella Puzzovio, che ha riconosciuto la natura discriminatoria del licenziamento subito da Giorgia Marinò, 38 anni, dipendente di una cooperativa locale. La decisione impone all’ex datore di lavoro di corrispondere alla donna un risarcimento di 13mila euro per il danno subito.

La vicenda, come riportato dal Nuovo Quotidiano di Puglia, prende le mosse dal febbraio 2020 quando la Marinò venne assunta con un contratto annuale, sottoposto a un periodo di prova di 60 giorni. Tuttavia, dopo aver comunicato la sua gravidanza alla coordinatrice della cooperativa a fine marzo, chiedendo un adeguamento dei turni lavorativi, la donna si è vista recapitare, il 1° aprile, una lettera di licenziamento per presunto mancato superamento del periodo di prova.

Di fronte a quello che è parso un chiaro caso di discriminazione, la Marinò ha deciso di rivolgersi agli avvocati Marco Paladini e Ornella Bruno Stamerra per tutelare i suoi diritti. Attraverso un ricorso, i legali hanno sottolineato come, nonostante il periodo di prova non escluda la possibilità di un licenziamento, la conoscenza dello stato di gravidanza da parte del datore imponga l’obbligo di motivare adeguatamente il recesso. La cooperativa ha negato di essere stata informata della gravidanza e ha cercato di giustificare il licenziamento con presunte criticità nel lavoro svolto dalla Marinò.

Tuttavia, il giudice ha accolto le argomentazioni della difesa, evidenziando come fosse stata dimostrata la conoscenza dello stato di gravidanza da parte del datore e l’assenza di valide ragioni per il licenziamento. La sentenza ha sottolineato il ruolo della messaggistica whatsapp e la programmazione dei turni lavorativi successivi alla comunicazione della gravidanza come prova della discriminazione subita dalla lavoratrice.

La decisione è stata accolta con soddisfazione dagli avvocati Paladini e Stamerra, che hanno evidenziato l’importanza di questo caso per tutte le donne discriminate sul posto di lavoro. La vicenda di Giorgia Marinò diventa così un simbolo del contrasto contro la discriminazione in gravidanza, un fenomeno purtroppo ancora presente nel mondo del lavoro, nonostante le tutele normative esistenti.

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