Riconosciuta la legittima difesa a Mugnai, che ha ucciso il vicino che ha assaltato la sua casa con una ruspa

Il giudice ha scarcerato Sando Mugnai, detenuto da giovedì sera dopo aver ucciso il vicino di casa Gezim Dodoli, parlando di "legittima difesa". Dodoli stava assaltando la casa di Mugnai con una ruspa, quando Mugnai gli ha sparato col suo fucile da caccia.

Riconosciuta la legittima difesa a Mugnai, che ha ucciso il vicino che ha assaltato la sua casa con una ruspa

È stata al momento riconosciuta la legittima difesa per Sando Mugnai, l’uomo che ha ucciso a colpi di fucile il vicino di casa mentre quest’ultimo cercava di demolire la sua abitazione con una ruspa. Questo il risultato dell’udienza di convalida dell’arresto tenutasi lunedì mattina presso il carcere di San Benedetto di Arezzo, dove Mugnai si trovava da giovedì sera.

Difeso dagli avvocati Marzia Lelli e Piero Melani Graverini, Mugnai ha ricostruito nei dettagli quando avvenuto alla vigilia di Befana davanti al giudice e all’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Laura Taddei. Il giudice ha confermato l’arresto, ma ha deciso di scarcerare l’uomo, dato che non esisterebbero esigenze cautelari, ed ha parlato di “legittima difesa“, conferma l’avvocato difensivo Lelli.

Mugnai si trovava giovedì sera a cena nella sua abitazione insieme ad altre 6 persone: la sua famiglia, moglie e figli, la famiglia del fratello e l‘anziana madre. All’improvviso dei forti rumori metallici, seguiti da scossoni alle pareti della casa: era il vicino di casa Gezim Dodoli, che aveva attraversato il cortile con la sua ruspa, danneggiando le auto parcheggiate, e stava colpendo la casa ed il tetto del casolare di Mugnai.

Ha iniziato ad accatastare le nostre auto una sull’altra con la ruspa“, racconta Matteo, figlio 26enne di Mugnai. “Quando gli abbiamo gridato di fermarsi, si è invece accanito sulla finestra della stanza dove ci eravamo affacciati. Abbiamo tentato di scappare ma con la benna ha danneggiato anche la porta d’ingresso al piano terra, impedendoci la fuga“. Dopo aver tentato di ragionare col vicino, Mugnai si è reso conto che la casa sarebbe crollata sulle loro teste, ed ha imbracciato il suo fucile da caccia, regolarmente detenuto, e sparato cinque colpi di pallettoni per cinghiali.

Di questi, quattro hanno centrato il vicino 57enne, uccidendolo sul colpo. I pompieri intervenuti sul luogo hanno liberato le sei persone dalla casa, dichiarata poi inagibile. Dodoli, di origine albanese ma residente in Italia da decenni, era un tempo amico di Mugnai, fabbro 53enne. Poi sono nati dissidi per questioni banali di vicinato, in particolare i cattivi odori dovuti ai tubi di scarico delle fogne.

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