La tragedia delle due sorelle di 15 e 17 anni morte, travolte da un treno a Riccione, ha scioccato tutti, a cominciare dal padre delle giovani che non si dà pace per quanto successo e si sfoga in questo modo: “Dovevo accompagnare io le mie figlie, poi aspettarle fuori e riportarle a casa in auto, come facevo sempre”. Sono le sue padre riportate da Il resto del Carlino in una confessione a Carlo Gubellini, il sindaco di Castenaso.
Quel sabato sera, purtroppo, il padre, ha avuto problemi di salute e, quindi, non ha potuto accompagnarle in discoteca optando per farle tornare a casa da sole con il treno. L’uomo afferma che erano tutta la sua vita e lavorava per loro. Nel frattempo, si sta continuando a indagare su quanto successo ed emergono nuovi dettagli. Poco prima della tragedia, le due sorelle avevano contattato il padre che sarebbero tornate presto a casa.
Diversi i testimoni, tra cui un ragazzo di 24 anni che racconta di aver aiutato le ragazze a raggiungere la stazione. Afferma che una di loro era particolarmente stanca, anche se non in uno stato di alterazione. Giulia, la sorella maggiore, gli ha raccontato di aver lavorato fino a poche ore prima di pendere il treno per andare a Riccione e, per questo, era particolarmente stanca.
Durante il tragitto in treno, Alessia, la sorella di 15 anni aveva contattato il padre, dal momento che, alla più grande, avevano rubato la borsa con all’interno il cellulare. Le due sorelle sono arrivate in stazione intorno alle 6.50 per poi subire la terribile tragedia intorno alle 7 che è stata fatale. Tutti i testimoni presenti in stazione raccontano che Giulia era seduta sui binari, per poi essere raggiunta dalla sorella Alessia.
Purtroppo non ci sono telecamere di videosorveglianza che mostrino il momento dell’impatto e, per ora, è tutto molo frammentato. Stanno raccogliendo anche le testimonianze del macchinista che racconta che Giulia fosse sui binari con lo sguardo rivolto verso il treno con la sorella che provava a smuoverla, ma è stato troppo tardi a causa dell’impatto.
Nel frattempo, è stato aperto anche un fascicolo a modello 45 con anche gli esiti degli esami tossicologici che non hanno rilevato nulla di particolare. Sarà effettuato anche un esame del DNA per verificare la loro identità, considerando che il riconoscimento del padre non è da accertarsi come definitivo.