Si sarebbe trattato di atti osceni in luogo pubblico. Questo è quanto denunciato dalle forze dell’ordine che sabato sera hanno portato in caserma sei persone per essere identificate dopo essersi esibite “in costume adamitico” all’interno del Cocoricò, famosa e storica discoteca di Riccione. Sono stati identificati e denunciati anche l’organizzatore della festa ed il titolare del locale.
Il fatto è accaduto durante la serata “Memorabilia” che prevedeva uno spettacolo, interrotto dai carabinieri, con la messa in scena di alcuni modelli nudi, i cosiddetti “nudi artistici”. In pratica, per poter entrare all’interno del locale, bisognava attraversare tre porte-cabine dentro le quali sostavano in piedi tre coppie completamente nude.
Si sarebbe trattato di un omaggio a Marina Abramovic. Questo è quanto dichiarato su Facebook da Luigi De Angelis, uno degli esponenti della compagnia teatrale Fanny&Alexander di Ravenna che per l’occasione era stata ingaggiata per mettere in scena la rappresentazione, dichiarando anche di riconoscere alla performance inscenata delle caratteristiche di forte attualità ma che mai si sarebbe aspettato che nel 2014 potesse essere esercitata la censura in modo così prepotente, invitando tutti alla riflessione sul paese in cui viviamo.
In effetti la riflessione è d’obbligo. Basti pensare che lo spettacolo traeva spunto dalla mostra fatta nel 1977 a Bologna presso la galleria d’arte moderna, dal titolo “Imponderabilia”, realizzata da Marina Abramovic in collaborazione con il suo compagno Ulay, nella quale i visitatori per entrare in galleria erano costretti a passare fra i corpi nudi di alcuni modelli.
Anche Marco Palazzi, amministratore delegato della discoteca, la pensa allo stesso modo: è stata censurata l’arte.
“E’ assurdo che nel 2014 l’arte continui ad essere censurata. Eppure succede. Quanto avvenuto questa notte al Cocoricò non si può definire in altro modo se non censura. La performance è stata interrotta e otto persone, me compreso, sono state portate in caserma. Lo spettacolo è stata apostrofato come osceno, quando invece di osceno non aveva proprio nulla. La stessa, identica performance era stata proposta al Cocoricò il 31 dicembre 2003, senza creare scandalo alcuno. L’arte è arte in ogni sua manifestazione e ritengo incomprensibile che una forma d’espressione, nell’epoca in cui viviamo, in cui l’eccezione della volgarità è diventata la regola, venga addirittura imbavagliata e costretta in dei binari che ne limitano il lato artistico”.
Gli artisti identificati sono Antonio Rinaldi (come responsabile artistico), Eva Geatti, Rossella Dassu, Stefano Questorio, Andrea Fugaro, Yesenia Trobbiani e Mauro Barberio oltre ai già citati Luigi De Angelis ed al titolare Marco Palazzi.