Riccardo Pondi condannato a 24 anni per l’omicidio della moglie: la uccise mentre le figlie dormivano

Riccardo Pondi è stato condannato a 24 anni per l'uccisione della moglie, Elisa Bravi. I fatti risalgono al 2019 e il femminicidio si sarebbe consumato mentre le due figliolette dormivano.

Riccardo Pondi condannato a 24 anni per l’omicidio della moglie: la uccise mentre le figlie dormivano

Dopo più di 5 ore in Camera di Consiglio, la Corte d’Assise di Ravenna ha condannato il 40enne Riccardo Pondi a 24 anni di carcere. L’uomo venne arrestato nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 2019, dopo aver ucciso la moglie 31enne Elisa Bravi.

Subito dopo la commissione dell’omicidio, l’uomo confessò le sue responsabilità, telefonando alle forze dell’ordine e raccontando l’accaduto. Il delitto si consumò nella loto villetta di Glorie di Bagnacavallo, nel Ravennate. Lui stesso confessò, dicendo di aver aggredito Elisa che era a letto con lui, stringendole il collo fino ad ucciderla.

L’omicidio

Il delitto si consumò nella camera da letto della loro villetta al culmine di una lite, dopo un paio di mesi di crisi di coppia. Pondi aggredì la moglie che era a letto con lui, stringendole il collo fino ad ucciderla dopo un colluttazione.Al momento del delitto, le 2 figlie, di 3 e 6 anni, all’epoca dei fatti, dormivano in un’altra stanza. 

Per Pondi la Procura di Ravenna aveva chiesto l’ergastolo. La Corte, tuttavia, ha ricalcolato la pena, concedendo attenuanti generiche. La difesa aveva chiesto l’applicazione di attenuanti e il riconoscimento del vizio parziale di mente dell’uomo, al termine di una consulenza affidata ad un proprio psichiatra. 

La Corte, invece, ha valutato la piena consapevolezza di intendere e di volere dell’imputato, alla luce delle considerazioni apportate dallo psichiatra nominato dalla Corte e da quello incaricato dalla procura per vagliare il comportamento dell’omicida. Ai genitori della vittima, tutori delle 2 figlie piccole della coppia, sono stati riconosciuti risarcimenti immediatamente esecutivi per un totale di oltre 2 milioni e 800 mila euro

I giudici si sono dati 90 giorni per il deposito della motivazione della sentenza. A quel punto, la Procura si riserva di proporre ricorso. Elisa è l’ennesima vittima di femminicidio, una donna energica che ha provato a difendersi, come dimostrato dalle lesioni dei gomiti. Il suo corpo, completamente martoriato, parla: morsi, lesioni, rottura delle ossa del collo con le mani. 

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