Reggio Calabria, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere

Si tratta dell'ex sindaco di Riace, in provincia di Reggio Calabria, divenuto simbolo di un modello di integrazione e accoglienza per quanto riguarda i migranti. Per l'accusa l'ex primo cittadino avrebbe lucrato sui migranti invece di aiutarli.

Reggio Calabria, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere

Avrebbe lucrato sui migranti invece di aiutarli. Questa è la durissima accusa che il Tribunale di Locri ha formulato a carico di Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace divenuto un modello di integrazione e accoglienza. Secondo quanto si apprende, l’ex primo cittadino e adesso ricandidato alle elezioni comunali, è stato condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere. Una pena durissima, ancora di più di quella richiesta dal procuratore capo Luigi D’Alessio e dal pm Michele Permunian.

Costoro infatti avevano chiesto una pena di 7 anni e 11 mesi. Nel 2018 Lucano fu travolto da una inchiesta che ipotizzò l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale dietro al modello di integrazione studiato a Riace, divenuto noto in tutta Italia come il “paese dell’accoglienza”. Un’impostazione quest’ultima che è stata ritenuta ancora più grave da parte della locale Procura della Repubblica di Locri. 

Mimmo Lucano: “Mi sento sereno”

Il primo cittadino ha dichiarato di sentirsi sereno, anche perchè, come disse già nel 2019, si augura che prestò la verità verrà fuori. “Una sentenza lunare e una condanna esorbitante che contrastano totalmente con le evidenze processuali” – questo è il commento degli avvocati difensori di Lucano, Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua.

Per i legali la pena inflitta al loro assistito è totalmente incromprensibile e ingiustificata. Adesso si aspetteranno le motivazioni della sentenza in modo da poter ricorrere immediatamente in appello. Gli avvocati dell’ex sindaco si dicono convinti “che i successivi gradi di giudizio modificheranno una decisione che ci lascia attoniti”.

Per i legali dell’uomo “è difficile comprendere come il Tribunale di Locri non abbia preso nella giusta considerazione quanto emerso nel corso del dibattimento, durato oltre due anni, che aveva evidenziato una realtà dei fatti ben diversa da quella prospettata dalla pubblica accusa”. Sul caso non ci resta che attendere ulteriori novità.

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