Razzo cinese in caduta sull’Italia: ecco quali sono le regioni a rischio e la data del possibile impatto

C'è grande apprensione per il razzo cinese in caduta libera sulla Terra. Secondo le previsioni degli scienziati sarebbe a rischio anche l'italia: ecco perchè.

Razzo cinese in caduta sull’Italia: ecco quali sono le regioni a rischio e la data del possibile impatto

Il razzo cinese Lunga Marcia 5B è in caduta libera sulla Terra e si prevede debba precipitare presto al suolo. Gran parte del razzo sarà frantumato dall‘atmosfera terrestre, tuttavia si teme per i detriti che inevitabilmente andranno ad impattare sul nostro pianeta. Al momento è ancora difficile calcolare la traiettoria, ma gli esperti sono comunque al lavoro per scongiurare il peggio.

Anche l’Italia è allerta per sventare qualsiasi pericolo, per questo motivo si è tenuta un’importante riunione sul punto. Occorre fare il possibile per assicurare la pubblica incolumità, sono state individuate soprattutto alcune regioni più a rischio di rientrare nella traiettoria del razzo: ecco di quali si tratta.

Le regioni a rischio

Nelle scorse ore si è tenuta un’importante riunione del Comitato operativo nazionale della Protezione Civile, alla quale hanno preso parte anche il direttore generale Antonio Pasquale Belloi ed il capo dipartimento Fabrizio Curcio: un importante appuntamento nel quale si è fatto il punto della situazione circa il rientro sulla terra del secondo stadio del lanciatore cinese PRC-CZ5B.

La possibilità che questi frammenti colpiscano l’Italia è puttosto bassa, ma poichè non escludibile al 100%, occorre fare il possibile per evitare il peggio. Si prevede che della massa totale di 23 tonnellate del razzo, raggiunga il suo il 20-40%, vale a dire una parte compresa tra le 5 e le 9 tonnellate; inoltre, secondo le ultime stime, il detrito potrebbe rientrare proprio tra oggi 30 luglio e domani, lunedì 1 agosto.

Nella remota possibilità che i detriti colpiscano la nostra penisola, è stato calcolato che il punto di impatto potrebbe essere localizzato in una zona tra il sud della Sardegna e la Sicilia, con il coinvolgimento di una piccola porzione della Calabria. Tuttavia, come ha rassicurato Mauro Messerotti, fisico solare dell’Inaf a Trieste, al momento è troppo presto per delineare un quadro più preciso della situazione: “La regola generale è che il 20-40% della massa di un oggetto di grandi dimensioni raggiunge il suolo, ma il numero esatto dipende dal design dell’oggetto. In questo caso, ci aspetteremmo da cinque a nove tonnellate”.

Continua a leggere su Fidelity News