Il 23 novembre del 2019 Matteo di 13 anni compie un gesto che lo segnerà per tutta la vita: ha salvato la vita di suo padre praticando un massaggio cardiaco. Ha seguito alla lettera le istruzioni che un’operatrice del 112 gli dettava al telefono; Matteo ha un ricordo confuso della notte, ricorda che sudava per l’agitazione e gli facevano male le braccia mentre praticava il massaggio cardiaco provando a salvare il padre. Istanti convulsi e coinvolgenti, il ragazzo ricorda che “intanto mi passava davanti agli occhi la vita con lui”.
Semplice eppure così dannatamente fondamentale quel massaggio cardiaco: una mano sopra l’altra e poi spingere, spingere al posto del cuore che si è arrestato. Marco Maestrini, 52 anni, il papà di Matteo si è appena sentito male e Matteo dopo cena notando che il padre stava poco bene (aveva anche vomitato) si è seduto sul divano per tenerlo sotto controllo e non è andato in camera sua a giocare.
Il padre perde conoscenza ed inizia a gemere ed il figlio appena tredicenne capisce che la situazione è grave, chiama il 112 e l’operatore, constatando che si trattava di arresto cardiaco, inizia a dare a Matteo istruzioni precise e dettagliate, lo sprono a non arrendersi, a continuare il massaggio cardiaco fino all’arrivo dell’ambulanza che trasporterà il padre in ospedale dove rimarrà ricoverato per 2 mesi. Matteo non aveva mai seguito un corso, aveva visto praticare il massaggio in televisione in qualche serie tv.
Una brutta esperienza con il lieto fine: ora Marco si è ripreso e ringrazierà sempre quel figlio che con coraggio e determinazione gli ha salvato la vita. È necessario far conoscere il più possibile le manovre salvavita. Dovrebbero proporre corsi a scuola.
Chiunque dovrebbe essere in grado di praticare un massaggio cardiaco in una circostanza di emergenza. È lo stesso messaggio lanciato dall’Italian Resuscitation Council con “Viva!”, la campagna di sensibilizzazione sulla rianimazione cardiopolmonare, in programma dall’11 al 17 ottobre.