Racconta ai familiari di essere gay: aggredito dallo zio con una bombola di gas

Dopo Malika, arriva la storia di Giacomo, un ragazzo di Levane (Arezzo) che ad una tv locale ha deciso di raccontare la sua vicenda. Adesso il giovane è indagato in un procedimento giudiziario a seguito di una denuncia della madre.

Racconta ai familiari di essere gay: aggredito dallo zio con una bombola di gas

Un’altra storia di intolleranza e violenza arriva dalla Toscana, precisamente dalla provincia di Arezzo, dove nelle scorse ore, Giacomo, un ragazzo di Levane, ha deciso di raccontare la sua tremenda vicenda. Anche lui, così come la giovane Malika, è stato cacciato da casa da sua madre quanto le ha rivelato di essere gay.

Tutto è cominciato due anni fa, quando Giacomo decide di fare outing con la donna e parlarle. Ma la madre non la prende bene, e in preda alla rabbia chiamò suo zio, convivente della donna. 

L’uomo, non appena seppe quello che il ragazzo aveva raccontato, offese ripetutamente Giacomo, colpendo anche con una bombola del gas. “Sono stato offeso, preso a calci e pugni e aggredito con una bombola del gas. Mia madre mi ha tolto le chiavi di casa, mio zio ha distrutto il computer dove tenevo tutti gli appunti dell’università” – così racconta il giovane in un’intervista a Teletruria, nel corso della trasmissione “Spunti e spuntini”. Dopo aver subito tutte queste angheria la madre lo ha denunciato per lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. 

Il giovane indagato in un procedimento giudiziario

E così adesso il ragazzo si trova indagato in un procedimento giudiziario, che suo malgrado lo vede coinvolto, anche se, precisiamo, il tutto è ancora in fase di indagini preliminari. Il suo legale di fiducia, Antonio Panella, ha riferito alla testata giornalistiva Fanpage che il suo assistito ha dato piena disponibilità ad essere ascoltato dal pubblico ministero titolare delle indagini. “Abbiamo tutti gli elementi per smentire quanto sostenuto dalla donna” – così ha informato l’avvocato Panella.

Giacomo ha deciso di raccontare la sua storia dopo aver ricevuto da parte della Procura l’avviso di conclusione delle indagini. “Quando sono andato a riprendere a casa i miei vestiti, mio zio mi si è scagliato contro causandomi diverse lesioni. Mia madre mi ha detto sei un malato mentale, non sei più mio figlio” – così racconta Giacomo alla tv locale. 

Adesso il giovane vive con il padre, il quale è divorziato dalla mamma. Il giovane ha dichiarato che se non fosse per il sostegno del padre adesso si troverebbe a vivere in mezzo alla strada o sotto un ponte. Una storia davvero molto triste e che farà discutere molto l’opinione pubblica. Quello dell’intolleranza di genere è un fenomeno che viene tenuto sotto costante controllo da parte delle autorità, e si attendono delle leggi ad hoc per punire i responsabili di tali reati. 

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