Prova a soffocare la madre con un cuscino e poi allerta i carabinieri

Una donna di 62 anni ha chiamato i servizi di emergenza. Da tempo, sembra essere l'unica a prendersi cura della madre anziana, che ha la demenza senile.

Prova a soffocare la madre con un cuscino e poi allerta i carabinieri

Nel tardo pomeriggio del 30 luglio, un appello al numero di emergenza 112 ha lasciato gli operatori sbigottiti: “Venite o uccido mia madre“. La voce che risuonava dall’altra parte del telefono apparteneva a una donna di 62 anni di Galatina, nel Salento, la quale confessava di aver tentato di soffocare sua madre anziana.

Questo episodio ha portato all’apertura di un’indagine, e la donna è attualmente sotto inchiesta in stato di libertà con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La vicenda ha scosso profondamente la comunità locale, sollevando interrogativi sulle difficoltà e le tensioni che possono emergere nei contesti familiari, specialmente quando ci si trova a fronteggiare problemi di salute mentale e assistenza agli anziani.

Secondo quanto riportato da “LeccePrima“, un evento sconvolgente ha portato una pattuglia dei carabinieri presso l’abitazione di due donne, madre e figlia. Durante l’intervento, la figlia ha confessato di aver aggredito fisicamente sua madre anziana e di aver tentato di soffocarla con un cuscino.

L’origine di un gesto così estremo sembra radicarsi in una situazione familiare particolarmente difficile: l’anziana madre ha la demenza senile e vive una condizione di immobilità forzata, essendo costantemente a letto. La figlia, unica caregiver, ha raggiunto un livello di esasperazione tale da spingerla a compiere questo atto. Tuttavia, spaventata dalle proprie azioni e conscia della gravità del suo comportamento, ha poi deciso di chiamare i carabinieri, segnalando l’accaduto e consegnandosi così alle autorità.

L’anziana donna è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Scorrano, presentando chiari segni di percosse. Fortunatamente, i medici hanno confermato che le sue condizioni non sono critiche e non è in pericolo di vita. Nel frattempo, le autorità locali, insieme ai servizi sociali e al resto della famiglia, si sono mobilitati per organizzare un adeguato supporto e una sistemazione sicura per lei una volta che sarà dimessa dall’ospedale.

La figlia, è stata formalmente denunciata. Il pubblico ministero, al momento, ha deciso di non adottare ulteriori provvedimenti giuridici, scegliendo di attendere e valutare più a fondo la situazione familiare e le circostanze che hanno portato a tale evento, prima di procedere con decisioni più severe.

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