Proteste contro il Green Pass, cresce la minaccia di un blocco delle stazioni ferroviarie Italiane

Continuano le proteste contro l'obbligatorietà del green pass, ora i manifestanti stanno organizzando un blocco dei treni in numerose stazioni italiane.

Proteste contro il Green Pass, cresce la minaccia di un blocco delle stazioni ferroviarie Italiane

Dal 1° settembre 2021 scatta l’obbligo del Green pass sui treni a lunga percorrenza intercity. Non si sono fatti attendere i contestatori di questo obbligo utilizzando i social per annunciare la protesta con oltre 40mila adesioni, rivendicando i principi di libertà e di non dittatura.

I dissidenti si sono dati appuntamento davanti a 54 stazioni ferroviarie delle principali città italiane, tra le quali figurano quelle di Tiburtina a Roma, di Porta Garibaldi a Milano, di Porta Nuova a Torino, di Piazza Garibaldi a Napoli, di Santa Maria Novella a Firenze, di Piazza Principe a Genova. E ancora la Stazione centrale di Bologna, di Porta Nuova a Verona, di Reggio Emilia AV, oltre a quelle di Caserta, Salerno, Bergamo, Trieste centrale, di Bari Centrale.

Non solo le stazioni sotto la mira dei manifestanti: il 2 settembre sono previste proteste sotto la sede della Regione Lazio, venerdì 3 un presidio contro i mass media, lunedì 6 settembre uno sciopero generale e manifestazioni sotto il parlamento italiano.

L’attenzione è massima da parte delle forze dell’ordine che hanno già avviato una serie di controlli e presidi nelle principali stazioni ferroviarie, ma saranno monitorati anche aeroporti e porti. Il Viminale ha assicurato che verrà garantita la libertà di manifestare pacificamente nel rispetto delle norme di legge ma non saranno ammessi atti di violenza e minacce. Se ci saranno disagi alla circolazione dei treni si andrà incontro a una denuncia per interruzione di pubblico servizio secondo l’articolo 340 Codice penale che con la relativa Ratio Legis la norma è diretta a tutelare la regolarità e la continuità dell’erogazione dei servizi pubblici. I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni secondo disposizioni di legge.

Chiaro l’intervento dei sindacati (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti) che non tollereranno interruzioni nei trasporti e che sostengono invece la campagna vaccinale tanto per i lavoratori che per gli utenti che usufruiranno dei servizi pubblici. 

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