L’Unione Europea è in procinto di avanzare una proposta che porterebbe a rivedere le regole sulle etichette di scadenza dei prodotti alimentari. La proposta è quella di far scomparire la scritta “da consumarsi preferibilmente entro” da prodotti come pasta, riso, caffè e formaggi duri. Il progetto va incontro alla riduzione delle perdite alimentari europee e alla diminuzione dei rifiuti.
Olanda e Svezia sono i propagatori di questa iniziativa, accolta da Austria, Germania, Danimarca e Lussemburgo. Da una indagine sui consumi è stato rilevato che, a causa della crisi economica, ad oggi solo il 36% degli italiani dichiara di attenersi rigorosamente alla data di scadenza dei prodotti, decidendo di buttarli dopo una personale valutazione. Inoltre, tre italiani su quattro hanno abolito gli sprechi e riutilizzano prodotti avanzati della loro tavola invece di gettarli nella spazzatura.
La questione principale riguarda il termine minimo di conservazione (TMC), che viene riportato nelle confezioni e che non è la data di scadenza reale a cui si riferisce il prodotto. Infatti, la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” si riferisce alle proprietà specifiche che conserva il prodotto fino al periodo indicato, che segna l’ottimo stato di conservazione rispettando la temperatura consigliata. Interviene la Coldiretti, precisando appunto che la data segnata non è il termine ultimo entro il quale si può consumare il prodotto, diversa da quella entro il quale il prodotto mantiene inalterate le caratteristiche, per cui sembra essere d’accordo con la proposta di togliere la dicitura da determinati alimenti.
Senza dubbio un’inversione di tendenza, se si pensa a quanto tempo è stato impiegato per inserire nei prodotti le date di scadenza entro cui è consigliabile consumare gli alimenti, e questa decisione sembra cancellare i progressi finora ottenuti. Sono anche da considerare però, le varie operazioni di sequestro di cibi scaduti rimessi in commercio all’insaputa dei clienti e a volte degli stessi commercianti.