Nel nostro Paese in Pronto Soccorso si rimane in corsia su una barella per almeno 24 ore. Una media altissima se si considera che, invece, gli altri paesi hanno un’attesa massima di 4-6 ore.
È questo l’allarme lanciato da Gian Alfonso Cibinel, il presidente nazionale Simeu, che ha discusso il problema durante il congresso “Il pronto soccorso e la folla”, che si sta tenendo in queste ore a Roma. Un problema non indifferente dovuto al sovraffollamento delle strutture ospedaliere che causa queste lunghe ore di attesa, che arrivano ad una media di 24 ore.
Un’attesa che può diventare ancora più lunga in periodi di particolare affluenza nelle strutture di pronto soccorso. Una situazione che sta diventando sempre più insostenibile e che, secondo quanto ha dichiarato lo steso Cibinel, provocherebbe parecchia vergogna anche nei medici e negli infermieri delle strutture di Pronto Soccorso che non riescono a gestire al meglio i casi che gli si prospettano.
A rendere il tutto ancora più grave il fatto che spesso alla lunga attesa si aggiungono dei macchinari mal funzionanti, che non permettono diagnosi tempestive. I tempi di conseguenza si allungano ancora di più con tutte le conseguenze che questo, ovviamente, può avere sul sistema di Pronto Soccorso.
Una situazione decisamente molto grave quella prospettata da Cibinel e che deve meritare la massima attenzione negli organi di competenza per garantire un sistema di Pronto Soccorso che funzioni davvero e che consenta a tutti di poter avere delle cure immediate e soprattutto tempestive.
Spesso, infatti, è proprio la lunga attesa in corsia che causa decessi ed un aggravarsi di condizioni fisiche che potrebbero invece essere in qualche modo evitate. Presto, quindi, si potrebbe cercare di intervenire su questo problema al fine di trovare un modo per migliorare le cose e rendere il servizio di Sanità Pubblica più veloce e soprattutto efficiente.
In questo modo anche il nostro Paese potrebbe essere in linea con gli altri Paesi europei, cercando quanto più è possibile di avvicinarsi ai loro tempi, decisamente più veloci rispetto ai nostri.