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Torino

Processo Alex Pompa, il ragazzo che uccise il padre per salvare la madre: "Ci avrebbe ammazzati"

Lo sconvolgente racconto di Alex Pompa, il ragazzo torinese di 18 anni finito a processo per aver ucciso il padre padrone per evitare che l'uomo uccidesse la madre, come aveva minacciato. Il processo lo vede imputato per omicidio volontario.

Cronaca
Pubblicato il 12 ottobre 2021, alle ore 11:40

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Processo Alex Pompa, il ragazzo che uccise il padre per salvare la madre: "Ci avrebbe ammazzati"

Alex Pompa, il ragazzo 18enne torinese finito a processo per aver ucciso il padre padrone per evitare che l’uomo uccidesse la madre,come aveva sempre minacciato, nel corso dell’udienza del processo che lo vede imputato per omicidio volontario, ha ripercorso alcuni drammatici passaggi dell’accaduto.

Aveva gli occhi fuori dalle orbite, era incontrollabile. Quando l’ho visto girarsi e andare in cucina ho capito che ci avrebbe ammazzati tutti”. Questo è quanto il ragazzo ha ricostruito in aula, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Torino, ripercorrendo quei tragici momenti del 30 aprile 2020 quando, nella loro casa di Collegno, ha ucciso il padre Giuseppe durante l’ennesima colluttazione.

La ricostruzione dei fatti

Alex ha detto: “Mio padre è uscito dalla camera da letto dopo una lunga telefonata con il fratello. Ha ripetuto gli insulti e le minacce che aveva già rivolto a mia madre, ma era indemoniato. E’ andato verso la mamma e le ha sbattuto il telefono in faccia con violenza. E allora sono intervenuto”. Stando a quanto dichiarato dal giovane, il padre continua a dire “vi ammazzo, fatevi sotto e vi faccio a pezzettini, vi ritrovano in un fosso”.

Quando Alex lo ha visto andare in cucina, verso il cassetto dei coltelli, ha capito che lo avrebbe fatto davvero, che li avrebbe ammazzati. Quindi il suo istinto di sopravvivenza ha pensato solo ad anticiparlo. Da quel momento Alex non ricorda più nulla, come dichiara nel corso dell’udienza del processo che lo vede imputato per omicidio volontario.

Aiutandosi con dei fogli, ha spiegato il clima di violenza perenne che si respirava in casa per via dell’ossessiva gelosia del padre verso la madre che non poteva uscire da sola e la sera, quando lui rientrava da lavoro, gli controllava il suo profilo Facebook. Nell’adolescenza sia lui che il fratello hanno cercato di opporsi agli abusi del padre, subendo direttamente la sua collera. 

Col tempo, i due ragazzi erano diventati per il padre padrone degli ostacoli perchè, fisicamente, potevano opporsi alle sue aggressioni. Questo è accaduto anche la sera del 30. Secondo gli inquirenti, Alex ha afferrato un coltello da un cassetto della cucina, scagliandosi contro il padre e uccidendolo. 

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Cosa ne pensa l’autore
Caterina Lenti

Caterina Lenti - Il processo in corso vede Alex accusato di omicidio volontario ma il giovane ha ucciso il padre padrone per difendere sua madre e gli altri membri della famiglia dalle sue aggressioni e continue minacce. Spero che la giustizia si renda conto del clima di tensione che il 18enne ha respirato per tutta la sua vita e capisca che la sua è stata una reazione dettata dalla paura di essere ucciso e perdere i suoi cari.

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