Primario ospedale di Padova: "Riammettiamo in corsia i medici no vax. Siamo al collasso"

Il primario di Angiologia dell'ospedale di Padova e presidente dell'associazione nazionale primari ospedalieri propone di riammettere in corsia i colleghi non vaccinati sospesi previo tampone salivare: "Non li difendo ma è una questione di numeri"

Primario ospedale di Padova: "Riammettiamo in corsia i medici no vax. Siamo al collasso"

Con l’approvazione del decreto legge 1 aprile 2021, n. 44, il Consiglio dei Ministri ha sancito l’obbligo per tutto il personale sanitario a vaccinarsi contro il covid-19, al fine di “mantenere le condizioni di sicurezza nella cura e nell’assistenza” del paziente. Intendendo per personale sanitario tutti gli operatori, dipendenti o liberi professionisti, che svolgono la propria attività presso strutture sanitarie pubbliche o private, farmacie e parafarmacie, RSA e studi professionali.

Si tratta di un settore chiave nella lotta alla pandemia, ma al momento molti medici e infermieri mancano all’appello in quanto sospesi dal servizio perchè non vaccinati; e senza di loro il sistema sanitario inizia a barcollare. “Siamo in guerra contro il Covid ed abbiamo bisogno di “soldati”, dichiara a Adnkronos il dottor Giampero Avruscio, primario di Angiologia dell’ospedale di Padova e presidente del sindacato dei primari ospedalieri, Anpo.

Secondo il dottor Avruscio, la norma che lascia senza lavoro il personale sanitario non vaccinato andrebbe rivista, in quanto ha prodotto la sospensione di “centinaia di medici e infermieri di grande esperienza, di elevata professionalità che non sono facilmente sostituibili”. Infatti la pluriennale esperienza sul campo di un medico fa la differenza rispetto a quella di uno specializzando, in particolare nelle aree critiche. Il suo consiglio è quello di fare il vaccino, ma al tempo stesso crede che la misura “punitiva” della sospensione non sia la strada giusta da seguire: “del resto, se uno parcheggia in divieto di sosta non gli tolgono la patente“, afferma.

Il primario riferische che solo all’ospedale di Padova sono 200 i professionisti sospesi e oltre 500 nell’Ulss 6 padovana, carenza che costringe il personale rimasto in corsia a turni massacranti e a rinunciare alle proprie ferie, “aumentando in maniera decisiva il rischio clinico“. Il dottor Avruscio propone che venga consentito agli operatori sanitari sospesi di riprendere servizio, previo tampone salivare ogni 24-48 ore.

Del resto, ricorda il primario, prima che il vaccino contro il covid-19 fosse disponibile, sottoporsi ai tamponi frequentemente aveva ridotto al minimo i contagi intraospedalieri. Al momento anche i medici vaccinati eseguono i tamponi salivari e soltanto se trovati positivi vengono messi in malattia.

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