Prato, parroco usa i soldi per i poveri per spacciare droga

Un prete, anziché prodigarsi per fare del bene ai poveri e ai parrocchiani meno abbienti della sua parrocchia, decide di usare quei fondi per la droga e spaccio.

Prato, parroco usa i soldi per i poveri per spacciare droga

Alcune persone appartenenti alla fede cattolica e che hanno deciso di servire Dio e di conseguenza i suoi comandamenti, dovrebbero avere un po’ più a cuore il bene verso il prossimo. Peccato non sia così. Il parroco di Prato, ovvero Don Francesco Spagnesi, non ha adempito al suo compito, elargendo i soldi della parrocchia destinati ai poveri per la droga e lo spaccio. Ecco la sua storia e come è andata. 

Don Francesco Spagnesi è il parroco dell’Annunciazione alla Castellina, la parrocchia di Prato dove presta il suo servizio, che ha deciso di usare i 100 mila euro di fondi destinati ai poveri per l’acquisto di sostanze stupefacenti, quali droga dello stupro che comprava online da un sito in Olanda, ma anche cocaina da alcuni spacciatori della zona che si divertiva a consumare invitando altre persone sui social o con messaggi su Whatsapp. 

Fino allo scorso aprile, il parroco ha preso tutti i fondi della parrocchia e soltanto in quel periodo, qualcuno ha iniziato a rendersi conto che i soldi si stavano pian piano prosciugando. Sono fondi raccolti dalle famiglie dei parrocchiani della città toscana e destinati alle famiglie meno abbienti che hanno avuto difficoltà a causa dell’emergenza del Covid. 

In seguito a questo reato, il parroco è stato arrestato lasciando tantissimo dolore nel vescovo di Prato, Monsignore Giovanni Nerbini. Il parroco di 40 anni che, a seguito di quanto successo, ha lasciato la parrocchia dal momento che è stato arrestato, sta scontando la sua condanna ai domiciliari come richiesto dal gip Francesca Scarlatti. Su di lui pendono le accuse di spaccio e di importazione di sostanze stupefacenti

In base alle indagini, sembra che il prete non facesse tutto da solo, ma il suo aiutante sarebbe un laico per il quale sono già scattati i domiciliari. I due organizzano anche festini hard su un sito di incontri. Monsignore Nerbini ha accolto in questo modo la notizia: “Sono notizie che un padre e Pastore non vorrebbe mai avere. In questo momento voglio farmi vicino particolarmente alla comunità parrocchiale della Castellina, condividendone la sofferenza e il disagio”.

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